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Oxfam, acqua che salva la vita

Oxfam, acqua che salva la vita
Oltre 1 persona su 4 nel mondo non ha accesso all’acqua pulita, più 1 su 3 non ha accesso a servizi igienico sanitari. Dal 4 al 24 marzo è possibile contribuire a cambiare le cose, sostenendo i progetti di Oxfam, donando acqua e salvando migliaia di vite con SMS solidale o chiamata da telefono fisso al 45580
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Nel nostro mondo oltre 1 persona su 4 non ha accesso fonti d'acqua sicure sono più di 2 miliardi di persone - mentre 1 su 3 sopravvive senza servizi igienico sanitari di base. Una crescente emergenza globale – fotografata in un nuovo report diffuso oggi - che causa ogni anno la morte di oltre 840 mila persone costrette a bere e lavarsi con acqua sporca o contaminata. Tra le vittime ci sono 1.000 bambini al giorno sotto i cinque anni.

 

Sono i bambini infatti, assieme alle loro madri e sorelle, i primi a essere colpiti da malattie e epidemie, soprattutto se costretti a sopravvivere in paesi messi in ginocchio da conflitti e carestie, colpiti da siccità sempre più prolungate per via dei cambiamenti climatici o da catastrofi naturali, imprevedibili e distruttive.  

 

Per assicurare acqua pulita a quante più persone possibile, Oxfam Italia - organizzazione umanitaria che si batte contro l'ingiustizia della povertà e della disuguaglianza – lancia la campagna di raccolta fondi ”Acqua che salva la vita«.

 

”L'obiettivo della nostra campagna è semplice, ma cruciale, per il presente e futuro prossimo di tantissimi ha detto Sabina Siniscalchi, presidente di Oxfam Italia – Vogliamo garantire a sempre più persone, colpite da crisi umanitarie, l'accesso all'acqua pulita e a servizi igienico-sanitari di base. Soprattutto a quei bambini e donne che soffrono più di tutti gli altri.  In contesti di guerra e povertà estrema sono le madri per prime a dover provvedere al fabbisogno di acqua pulita per la propria famiglia. Basti pensare che in Africa sub-sahariana le ore impiegate dalle donne per la raccolta dell'acqua in 12 mesi sono equivalenti a un anno di attività dell'intera forza lavoro francese. Tempo prezioso, sottratto all'istruzione, al lavoro retribuito e a opportunità di formazione, ottenendo un seppur piccolo miglioramento delle proprie condizioni. A loro, prima di tutto, vogliamo continuare a offrire aiuto concreto«.

 

In Yemen e Siria oltre 23 milioni di persone sono senza acqua pulita

A quattro anni esatti dall'inizio di un conflitto brutale, scoppiato nel marzo 2015, la popolazione dello Yemen sta lottando per sopravvivere alla più grave crisi umanitaria del mondo: oltre 17mila civili sono stati uccisi o feriti e quasi 3 milioni hanno dovuto lasciare la propria casa. In un Paese in cui 24,1 milioni di abitanti su 28,5 dipendono dagli aiuti umanitari per sopravvivere, la distruzione di ospedali, infrastrutture idriche e la chiusura a intermittenza dei principali porti e punti di rifornimento di beni di prima necessità, ha portato quasi 18 milioni di uomini, donne e bambini a non aver quasi nessun accesso a fonti d'acqua sicure e servizi sanitari di base. Causando, da metà 2017, la più grave epidemia di colera di sempre, che a oggi ha contagiato oltre 1,3 milioni di yemeniti.

La Siria sta affrontando una situazione altrettanto drammatica. Alla vigilia dell'ottavo anniversario (il prossimo 15 marzo) di una guerra di cui non si intravede la fine, oltre 1/3 della popolazione sopravvive senza avere accesso a fonti d'acqua pulita, tra le macerie di un paese che non c'è più. Qui – con circa 6,6 milioni di sfollati interni, dei quali circa 2 milioni e mezzo di bambini - il rischio di contrarre malattie come colera o tifo aumenta ogni giorno, perché non ci sono ospedali e le infrastrutture sono distrutte.

 

L'emergenza per decine di milioni di profughi allo stremo

La guerra siriana ha generato anche la più grande emergenza profughi del mondo: dal 2017, per ogni rifugiato rientrato nel paese altri tre sono stati costretti a fuggire dalle proprie case. Sono oltre 5,6 milioni i siriani che hanno trovato rifugio nei Paesi vicini, come Turchia, Libano o Giordania. Centinaia di migliaia di famiglie spesso senza lavoro, lontane da casa, che sopravvivono in piccoli campi informali come in Libano o grandi come una città, come nel caso di Zaatari in Giordania. Paesi in cui l'85% dei bambini siriani vive al di sotto della soglia di povertà. Una condizione di sospensione, incertezza nel futuro e mancanza di accesso ai servizi essenziali che accomuna tragicamente oltre 68 milioni di persone che nel mondo, costrette a lasciarsi tutto alle spalle. 

 ”Acqua che salva la vita servirà a raggiungere le comunità più fragili in Yemen e Siria, o a Mosul, in Iraq, dove decine di migliaia di persone - dopo l'offensiva di due anni fa - non potendo rientrare in una città ridotta in macerie, dipendono ora dagli aiuti umanitari di organizzazioni come la nostra, anche solo per potersi lavare o bere – ha aggiunto Siniscalchi –. Arriveremo nei Territori Occupati Palestinesi, dove la popolazione – soprattutto a Gaza – vive da anni senza acqua ed elettricità. Qui – dopo 11 anni di blocco imposto da Israele - quasi 1/4 della popolazione vive sotto la soglia di povertà e 1,8 milioni di persone non hanno accesso a fonti d'acqua sicure, se non attraverso l'acquisto a costi insostenibili da fornitori privati. Una condizione che riguarda il 90% della popolazione della Striscia, con le donne a farne le spese per prime, in conseguenza di un tasso di disoccupazione femminile del 47%, il più alto al mondo, che arriva addirittura al 71,5% dentro Gaza«.

 

Siccità e inondazioni: l'impatto devastante del cambiamento climatico in Africa

Ciò non di meno, non solo guerra e violenza sono alla base delle più gravi crisi umanitarie in corso. In Sudan, ad esempio, in questo momento, centinaia di migliaia di famiglie devono sopravvivere ogni giorno bevendo acqua sporca, perché costrette a sopravvivere in alloggi di fortuna, in fuga dalla propria terra a causa dei cambiamenti climatici. La siccità e la progressiva desertificazione hanno costretto milioni di piccoli agricoltori e allevatori ad un esodo incessante, vere e proprie marce verso luoghi provvisti di quell'acqua che almeno assicuri la possibilità di sopravvivere.

In Nord Darfur, in particolare, il conflitto in corso si somma all'emergenza idrica e alimentare causata da eventi climatici estremi: forti piogge e inondazioni si alternano a siccità. Due fattori che in Sudan hanno costretto 3 milioni di persone ad abbandonare le proprie case, con oltre l'80% dei profughi che non ha accesso alla rete idrica esistente e dipende totalmente dagli aiuti per sopravvivere. Qui donne e bambini ogni giorno devono percorrere km e km, per raccogliere acqua che spesso si rivela contaminata, mentre oltre la metà delle famiglie non ha accesso a servizi igienico-sanitari, anche solo per lavarsi e prevenire così la diffusione di epidemie.

 

Come fare la differenza al fianco di Oxfam

Con la Campagna di raccolta fondi ACQUA CHE SALVA LA VITA  Oxfam intende raggiungere oltre 160 mila persone allo stremo, portando acqua potabile e servizi igienico-sanitari alle comunità più vulnerabili, con l'obiettivo primario di salvare vite e impedire il diffondersi di malattie legate all'acqua sporca e contaminata: in Siria, nei governatorati di Rural Damasco e Dar'a dove metà della popolazione è sfollata; in Sudan nei campi profughi di Sartony e Kebkabiya nel Nord Darfur e in Sri Lanka nelle province rurali più povere della parte centrale del Paese.

In particolare Oxfam fornirà acqua pulita tramite cisterne, autobotti, bustine potabilizzanti e taniche filtranti; distribuendo kit igienico sanitari per scongiurare il manifestarsi e il diffondersi di malattie; ripristinando dove possibile tubature e impianti idrici, pozzi e tubature e latrine, e sensibilizzando le comunità più a rischio sulle pratiche igieniche.

Grazie alla campagna inoltre Oxfam affiancherà ai propri interventi per garantire l'accesso all'acqua alla popolazione dello Yemen, dei Territori Occupati Palestinesi, dell'Iraq e ai rifugiati siriani in Giordania - progetti di lotta alla disuguaglianza di genere in questi paesi, sostenendo i diritti delle donne e migliorando il loro accesso ai servizi essenziali in alcuni dei contesti maggiormente colpiti dalle crisi umanitarie in corso.

 

Dal 4 al 24 marzo sarà quindi possibile donare 2 euro con sms al 45580, 5 e 10 euro con una chiamata dal telefono fisso, sempre allo stesso numero.

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