Celibato, potere clericale, morale sessuale. Il summit sugli abusi concluso neppure tre settimane fa in Vaticano ha fatto scattare la molla nei vescovi della Germania per procedere ad una riflessione a 360 gradi su tre temi ancora spinosi per la vita della Chiesa. Riunito in plenaria a Lingen, in Bassa Sassonia, l’episcopato tedesco, di forte tendenza progressista, che ha mostrato in passato l’impulso a voler procedere “autonomamente” su alcune scelte e posizioni (si veda il caso della intercomunione), ha annunciato di voler «intraprendere un percorso sinodale vincolante come Chiesa in Germania» per riaccendere il dibattito sul celibato sacerdotale, per discutere sull’insegnamento della Chiesa in materia di morale sessuale, per adottare misure che portino alla riduzione del potere clericale.

Una scelta che farà sicuramente discutere e che ha come obiettivo di fondo quello di giungere a conclusioni concrete per contrastare la piaga degli abusi, anzitutto quelli sessuali e poi quelli di potere che che sono quasi sempre l’anticamera di molestie e violenze a donne e bambini.

L’obiettivo non è formulare riforme (almeno non per ora), come lasciano intuire i presuli nelle loro dichiarazioni finali – rilanciate anche dal quotidiano della Santa Sede L’Osservatore Romano – ma solo di consentire «un dibattito strutturato» che «si svolgerà entro un periodo stabilito, in collaborazione con il Comitato centrale dei cattolici tedeschi». 

Per i vescovi il momento è favorevole, ha spiegato in conferenza stampa il cardinale Reinhard Marx, presidente dei vescovi tedeschi, tra i protagonisti del succitato summit vaticano (sua la dichiarazione sui dossier sui preti abusatori distrutti): «La Chiesa in Germania sta vivendo una svolta», ha affermato. E «le indagini sugli abusi e, di conseguenza, la necessità di compiere ulteriori riforme lo dimostrano».

Un riferimento è probabilmente allo studio indipendente commissionato dalla Conferenza episcopale sui casi di abusi nelle diocesi tedesche, presentato nel settembre scorso all’assemblea di Fulda ma anticipato dalla stampa, il quale riferiva che 3.677 minori sono stati abusati sessualmente da parte di 1.670 preti o religiosi in Germania (ossia il 4,4% dei chierici del Paese) tra il 1946 e il 2014.

Statistiche che negli ultimi cinque anni hanno registrato un cambio di tendenza: i casi di abusi sono diminuiti, ma certe questioni rimangono ancora in sospeso e sollecitano una riflessione condivisa da parte della Chiesa. O meglio «un processo sinodale, come Papa Francesco incoraggia», ha chiosato Marx. «La fede può solo crescere e diventare più profonda man mano che la nostra riflessione va avanti e che ci avviamo verso un dibattito libero e aperto, con la capacità di prendere nuove decisioni e aprire nuovi orizzonti». 

Per questo, ha detto il porporato, rammentando il Sinodo di Wuerzburg del 1972-1975 e le discussioni degli anni passati che «hanno aperto la strada nel trovare una risposta alle sfide odierne», nel processo sinodale saranno coinvolti con una «partecipazione responsabile» uomini e donne delle diverse diocesi. «Vogliamo essere una Chiesa in ascolto e consulteremo anche persone al di fuori della Chiesa».

In sostanza si darebbe vita a “task force” diocesane di laici e consacrati, come indicato dai partecipanti al vertice di Roma che prospettavano questa strada come possibile misura concreta per affrontare le problematiche legate agli abusi del clero.

In particolare su questo punto, ha evidenziato l’arcivescovo di Monaco e Frisinga, i presuli invocano un cambiamento che riguardi «il modo di vivere dei vescovi e dei preti». Quindi il celibato che, sì, è fondamentale perché «espressione dell’attaccamento religioso a Dio», ha detto Marx, ma «bisogna capire fin quanto esso faccia parte della testimonianza dei preti nella nostra Chiesa».

Con lo stesso approccio la Conferenza episcopale tedesca allo studio della morale sessuale da parte della Chiesa ritenuto insufficiente: «Non viene data abbastanza attenzione al significato personale della sessualità», ha osservato il cardinale presidente, e la «stragrande maggioranza dei battezzati» sembra non ascoltare le indicazioni magisteriali della Chiesa in merito. «Sentiamo che spesso non siamo in grado di parlare del comportamento sessuale attuale», ha ammesso il prelato.

Ma se su questi due temi è necessaria una discussione approfondita, su un punto, invece, secondo l’episcopato della Germania si dovrebbe agire senza tentennamenti: ottenere «la necessaria riduzione del potere ecclesiastico». È urgente chiarire «ciò che deve essere fatto per ottenere una necessaria riduzione di questo potere e costituire un ordinamento più giusto e giuridicamente vincolante». Ad esempio, con l’istituzione di specifici tribunali amministrativi. L’abuso di potere da parte di vescovi e sacerdoti è, infatti, intollerabile: è il «tradimento della fiducia» di persone credenti che cercano nei ministri di Dio stabilità e orientamento spirituale.

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