È in questi giorni in Polonia il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, per celebrare il centenario del ripristino delle relazioni diplomatiche con la Santa Sede, che coincide con la 382esima assemblea plenaria della Conferenza episcopale polacca.

A Varsavia, ieri, Parolin ha incontrato il presidente della Polonia, Andrzej Duda, il quale lo ha accolto nel Palazzo presidenziale del Belvedere e ha poi partecipato alla messa solenne celebrata dal cardinale nella chiesa della Divina Provvidenza per i sei anni di pontificato di Papa Francesco, con il nunzio apostolico in Polonia l’arcivescovo Salvatore Pennacchio e il cardinale Kazimierz Nycz. Erano presenti alti funzionari statali e governativi.


Come informa il sito specializzato Il Sismografo, Parolin ha ricevuto durante la sua visita una copia della Candela dell’Indipendenza da portare come dono a Papa Francesco. Alla candela sono state allegate le lettere del presidente Duda e del cardinale Kazimierz Nycz al Pontefice. Il precedente incontro del presidente Duda e del cardinale Parolin si era svolto a Katowice durante il vertice sul clima del Cop24 nel dicembre dello scorso anno. I due si erano anche incontrati in occasione della visita del capo di Stato in Vaticano.

Intervenendo alla plenaria dei vescovi polacchi, il segretario di Stato, elogiando il tradizionale legame della Chiesa polacca alla Santa Sede, cruciale per la sua sopravvivenza durante i regimi totalitari, ha esortato i presuli a «sostenere questa eredità, preservandola e rafforzandola, in modo che l’identità cristiana della Polonia abbia non solo un passato e un presente, ma anche un futuro».

Nel suo discorso - riportato da Vatican News - il cardinale ha ricordato che la prima Assemblea della Conferenza episcopale della Polonia del 1919 era stata presieduta dall’arcivescovo Achille Ratti, il futuro Papa Pio XI, all’epoca rappresentante del Vaticano, il quale «aveva ribadito la comunione della Polonia con la sede petrina e la fedeltà al vescovo di Roma». «L’unità con il Papa – ha sottolineato - garantisce anche la libertà di fronte alle potenze del mondo e a gruppi di interesse particolari. Assicura l’apertura alla Chiesa universale, ma anche la piena cattolicità, evitando il pericolo di chiudersi in se stessi o di essere sfruttati da qualche fazione politica o nazionalista»,

Spostando lo sguardo sull’Europa, Parolin ha osservato che il vecchio continente rischia di «dimenticare le sue radici cristiane» e di perdere quella «unità continentale raggiunta a caro prezzo» di fronte alle «crescenti influenze del pensiero individualista, nazionalista e separatista». «I polacchi devono imparare ad impegnarsi in un dialogo di verità e a rispettare la dignità dell’altro, differenziandosi l’uno dall’altro senza diventare nemici», ha aggiunto citando Giovanni Paolo II. «L’Europa ha bisogno di una testimonianza cristiana, un autentico esempio di fede viva, ma anche di unità nazionale e di accoglienza, di apertura e di pieno rispetto per gli altri».

I commenti dei lettori