«Profondamente rattristato» dall’attentato terrorista a due moschee neozelandesi a Christchurch costato la vita a 49 persone, Papa Francesco «assicura ai neozelandesi, e in particolare alla comunità musulmana, la sua sentita solidarietà».

Il Pontefice «è stato profondamente rattristato nell’apprendere dalle morti e dai ferimenti provocati da atti insensati di violenza in due moschee a Christchurch e assicura ai neozelandesi, e in particolare alla comunità musulmana, la sua sentita solidarietà sull’onda di questi attentati», si legge in un telegramma di cordoglio firmato dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin.

«Memore degli sforzi del personale addetto alla sicurezza e all’emergenza, Sua Santità prega perché i feriti guariscano, le persone in lutto per la perdita dei loro cari siano consolati e per tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia. Raccomandando all'amore misericordioso di Dio onnipotente coloro che sono morti, Papa Francesco invoca divine benedizioni di conforto e forza sulla nazione».

L’«attentato terroristico», come lo ha definito la premier neozelandese Jacinda Arden, ha causato la morte di 49 persone che si trovavano in due moschee della città di Christchurch e il ferimento di diverse decine di altre persone. La polizia ha fermato quattro persone. In particolare uno di essi, Brenton Tarrant, australiano di 28 anni, ha mostrato su Facebook l’intero video dell’attacco. Suprematista bianco, cultore della battaglia di Lepanto, aveva pubblicato online un manifesto che si intitola “The great replacement” (La grande sostituzione), lamentando il fatto che sia in atto un «genocidio dei bianchi» causato «dall'immigrazione di massa». 

La Conferenza episcopale cattolica della Nuova Zelanda ha subito espresso la propria solidarietà alla comunità musulmana neozelandese. «Cari membri della comunità musulmana, preghiamo per voi mentre sentiamo le terribili notizie di violenza contro i musulmani alle moschee di Christchurch», ha scritto l'episcopato. «Vogliamo che sappiate la nostra solidarietà con voi di fronte a tale violenza. Pace, salam». 

Il presidente della Conferenza episcopale australiana, Mark Coleridge, ha scritto al collega neozelandese per esprimergli vicinanza: «Caro Paul, dall’altra parte del mare che ci divide ci raggiungono notizie di eventi drammatici a Christchurch», ha scritto l’arcivescovo di Brisbane. «A nome dei vescovi australiani, invio condoglianze per la perdita di vita in questo imperscrutabile atto del male. Chi avrebbe pensato che potesse succedere qualcosa di peggio dopo il terremoto (nel 2011 la città fu devastata da un sisma, ndr); ma ciò significa che la città va ricostruita in altro senso. Alle condoglianze unisco le nostre preghiere che dal male venga il bene, rafforzando i legami di buona volontà nella città, nel paese e nell'intera famiglia umana, ma specialmente tra cristiani e musulmani. Pax et bonum».

 

Vicinanza alla comunità musulmana e condanna dell’attentato sono state espresse da diverse personalità cattoliche in tutto il mondo. Il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di quella Vienna focale nei rapporti secolari tra cristianesimo e islam, ha affermato: «Sono sbalordito e sconvolto dall’attentato terroristico a persone raccolte in preghiera nella moschea di Christchurch. Stiamo accanto alle vittime e alle loro famiglie nelle nostre preghiere e, come cristiani, al fianco di tutte le persone impegnate nella coesistenza pacifica». 

L’arcivescovo di Westminster, cardinale Vincent Nichols, ha dichiarato: «Offro le mie sincere condoglianze e la più profonda simpatia dopo gli attacchi terroristici a due moschee a Chrischurch, che hanno scioccato il mondo e tutti coloro che ritengono che il rispetto della vita umana sia un fondamento essenziale di ogni società». Il primate anglicano Justin Welby ha invitato tutti i cristiani a pregare per «la guarigione delle persone, le relazioni interreligiose e la Nuova Zelanda», rilanciando un invito del Forum cristiano-islamico ai cristiani affinché si rechino alle moschee per la preghiera del venerdì in segno di solidarietà. 

«Profondo dolore e solidarietà ai fratelli musulmani e alle loro famiglie», è stato espresso anche dal direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, padre Enzo Fortunato: «Un atto di brutalità contro civili innocenti riuniti in preghiera. Non esistono né stranieri né ospiti, né cristiani né musulmani, né bianchi né neri, ma esistono solo uomini e donne in cammino verso l’unità della famiglia umana. I frati profondamente toccati pregheranno sulla tomba di San Francesco affinché i cuori imbarbariti dall’odio imparino a rinunciare alla violenza e ad abbracciare la via della pace. Termini il tempo della divisione si alimenti la cultura dell’unità».

Infine la Comunità di Sant’Egidio «manifesta la sua solidarietà alla comunità musulmana neozelandese, colpita ingiustamente da questo attentato, in un Paese ricco da sempre di diversità religiose, culturali e di origine. Lancia al tempo stesso un appello perché si arresti in Occidente la propaganda di odio, che dal web e dalle parole è cominciata a passare ormai - già da qualche tempo - ai fatti in un crescendo di violenza e di razzismo, assumendo simboli ed esempi inaccettabili, accompagnati da distorte ricostruzioni storiche. Occorre al contrario seminare parole di pace, facilitare occasioni di incontro e di dialogo, e favorire ad ogni livello politiche che portino ad un'effettiva integrazione. È questa l’unica soluzione percorribile in società che sono ormai di fatto plurali e che non potranno mai risolvere i loro problemi innalzando muri, ma guardando con fiducia ad un futuro da costruire insieme, già visibile in tante sue manifestazioni in Europa e altrove».

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