La «colpa»: aver ricevuto un addestramento militare da uno Stato straniero. Per questo Davide Grasso, cuneese, 38 anni, rischia di essere sottoposto alla sorveglianza speciale, una misura indiziaria di pubblica sicurezza, proposta dal questore. Di Torino in questo caso, città dove oggi lui vive. Perché, volontario, si è arruolato e ha combattuto nelle Ypg, milizie popolari curde che lottavano contro l’Isis. Grasso è autore di libri (l’ultimo, «Il fiore del deserto. La rivoluzione delle donne e della comune», è stato pubblicato cinque mesi fa e lo sta promuovendo in tutta Italia), collabora con blog e radio, fa parte del movimento No Tav.

Parla a «La Stampa», mentre in treno sta per andare a Verona per una presentazione: «L’udienza sarà il 25 marzo. Se i giudici accordassero questa misura? Divieto di dimora a Torino, revoca di passaporto e patente, divieto di parlare in pubblico o partecipare a eventi politici. Assurdo».

Con lui sono coinvolti altri quattro torinesi. Dice Davide: «Tutti italiani: ci sono anche una donna che ha combattuto con le formazioni femminili curde e un reporter che non ha avuto alcun addestramento. Una situazione surreale: cercano di condannarci proprio mentre decine di “foreign fighter” dell’Isis sembrano intenzionati a tornare in Europa. Ci considerano “socialmente pericolosi” anche se ci siamo battuti contro il terrorismo. E le Ypg fanno parte della coalizione a guida Usa di cui fa parte anche l’Italia».

Grasso aveva raccontato un anno fa, in un incontro pubblico a Cuneo, la sua esperienza: 7 mesi in Siria nel 2016, altri 2 mesi l’anno dopo. Sull’«addestramento militare» dice: «Rudimentale e insufficiente per quanto abbiamo visto e provato».

A gennaio una prima udienza venne rinviata e da allora si stanno moltiplicando gesti di solidarietà e vicinanza: manifestazioni e incontri, una mozione del Consiglio comunale torinese, l’appello di intellettuali e artisti.

Mercoledì ci sarà una conferenza stampa al Caffè Basaglia a Torino con il fumettista romano Zerocalcare e il regista Davide Ferrario.

A Cuneo Grasso (studente del Classico «Pellico», poi due lauree a Torino, in Storia e Filosofia) aveva detto: «Cosa spinge a partecipare a una guerra in Medio Oriente? Gli attentati del Bataclan del 2015. L’Isis aveva colpito la mia generazione e i luoghi che ho frequentato da studente a Parigi».

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