Il comportamento del sovrintendente della Scala Alexander Pereira, che avrebbe accettato fondi sauditi (tre milioni più centomila euro per l’Accademia) prima che il cda si riunisse «provocherebbe il suo licenziamento», «in qualunque cda, a qualsiasi latitudine» secondo il presidente della Lombardia Attilio Fontana. Insomma, in vista della riunione di domani del consiglio di amministrazione, il manager austriaco rischia ben più che il non vedersi rinnovato l’incarico per i prossimi cinque anni.

Dopo l’uscita di notizie secondo cui sarebbero stati depositati fondi su un conto in accordo con la Regione, Fontana ha voluto precisare la sua estraneità alla vicenda.

«Il signor Alexander Pereira - ha detto il governatore in un comunicato - non mi ha consegnato alcuna documentazione che facesse riferimento al versamento di tre milioni da lui ricevuto dai Sauditi. Ne ha fatto cenno per la prima e unica volta, e quasi involontariamente («...forse adesso dovrò rimandare indietro i soldi!»), durante la conversazione avvenuta nel mio ufficio il pomeriggio dell’8 marzo scorso. Nonostante la sorpresa e l’irritazione, ho ritenuto di non rendere pubblica in quel momento tale informazione, per rispetto della principale istituzione musicale del Paese e per tenere fede alla consegna del silenzio fino alla seduta del cda scaligero».

A questo punto, però, Fontana ha deciso di intervenire. «L’attuale sovrintendente della Scala confonde le tardive e superficiali informazioni che mi ha dato con un presunto consenso, né richiesto, né tanto meno dato - ha aggiunto -. Una cosa di tutta questa vicenda è chiara: l’attitudine di Pereira a creare confusione per coprire la preoccupante disinvoltura con cui ha gestito la politica culturale della Scala e la sua immagine nel mondo».

«Ancora più grave - ha concluso il presidente - è il fatto di aver comunque accettato dei fondi a prescindere dalle decisioni del cda e addirittura prima che questo si riunisse. In qualunque cda, a qualsiasi latitudine, questo comportamento provocherebbe il suo licenziamento».

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