L’Aula del Senato salva Matteo Salvini. Il ministro dell’Interno non andrà a processo per il caso della nave Diciotti. Palazzo Madama ha infatti detto no alla richiesta del tribunale dei ministri di Catania con una amplissima maggioranza: 237 senatori hanno votato sì alla relazione del presidente della Giunta per le autorizzazioni Maurizio Gasparri che si opponeva alla richiesta di processo sostenendo che Salvini- bloccando la scorsa estate 177 immigrati per alcuni giorni sulla nave militare nel porto di Catania- abbia agito per l’interesse nazionale e in coerenza con le linee del governo in tema di immigrazione. Contrari 61 e nessun astenuto.

«Quorum ampiamente superato», aveva confermato Gasparri stamattina. Al momento del voto sui banchi del governo c’erano- oltre a Salvini che è intervenuto a difesa del suo operato- anche il premier Giuseppe Conte e i ministri Danilo Toninelli, Riccardo Fraccaro e Giulia Bongiorno. Nella dichiarazione di voto per il Movimento, Mario Giarusso (molto applaudito da Salvini) ha spiegato che c’è stato in quei giorni «un sacrificio minimo dei diritti dei migranti, tollerabile in una democrazia».

«Noi non abbiamo mai abdicato ai valori del M5S», ha detto tra le urla dei senatori Pd. Tre i voti in dissenso nel Movimento: le senatrici Paola Nugnes, Elena Fattori e Virginia La Mura.

«I diritti umani sono inalienabili e non possono essere compressi neanche un poco», ha detto Nugnes, che prima dell’intervento ha avuto una lunga discussione in aula con Gianluigi Paragone che l’ha esortata a votare in linea col partito. La collega Fattori ha paragonato questo voto a quello del Parlamento sul caso Ruby-nipote di Mubarak. «Allora mi dissi che col M5S cose del genere non sarebbero mai potute succedere. Non c’era alcun interesse prevalente dello Stato nel tenere i migranti a bordo, solo un interesse propagandistico e politico con la p minuscola», ha attaccato.

«Pensavo che Salvini avrebbe avuto il coraggio e la schiena dritta di andare a processo, io affronterò per questo voto in dissenso il processo davanti ai probiviri del M5S, e lo farò a testa alta: le mie 5 stelle sono tatuate nel cuore e nessun processo potrà estirparle».

Le senatrici che hanno votato contro Salvini insieme al Pd rischiano ora l’espulsione.

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