«È scossa, ma vediamo ora il da farsi» ha detto il suo avvocato, Mattia Alfano, annunciando la richiesta di riesame al Tribunale della libertà. La signora, anni 31, è agli arresti domiciliari da stamattina all’alba. La sua storia la conoscono tutti: infermiera a Prato, si offre di dare ripetizioni di inglese al figlio di 13 anni di un’amica. Invece, con il tredicenne, fa sesso. Dura due anni. Finché, 7 mesi fa, nasce un bambino. Il marito della donna lo registra come figlio suo. I genitori del tredicenne invece presentano un esposto, si fa l’esame del dna. Il papà è il tredicenne, ora diventato quindicenne.

A me pare una storia orribile. La cosa che più mi colpisce è l’impatto di genere. Fin dall’inizio, per raccontare questa tragedia, nessuno ha usato il termine «pedofila». Invece, si sono sprecate riflessioni empatiche su «amore», «atti sessuali consensuali». Si è detto, correttamente, che occorreva la massima delicatezza. Perché i bambini coinvolti sono due: uno è l’allora tredicenne, l’altro è il bambino di 11 anni figlio della donna e del marito.

Quanto ha contato, nella percezione che ciascuno ha avuto di questa vicenda, il dato che l’adulto colpevole fosse una donna? Io penso che sia stato dirimente. Ancora, per la nostra cultura, la donna è prima di tutto madre. La dimostrazione sta nel lessico. Il femminile di «pedofilo» non esiste. Ci è impossibile accettare che una madre sia pedofila. Allora, noi tiriamo in ballo «l’amore». Per di più, «corrisposto».

Un tredicenne può innamorarsi? Penso di sì. Ma credo che l’adulto che è oggetto di quell’amore abbia l’obbligo di rispettare il futuro, la dignità, l’integrità del bambino innamorato. E rifiutarsi a ogni atto sessuale con lui.

A Prato, una madre ha deciso di essere l’amante di un minorenne. Non dubito che, nel suo cuore, nella sua mente, quel tredicenne fosse «l’uomo dei suoi sogni». Né ho dubbi sulle ragioni dell’inconscio, sul transfert, sulla narrazione che questa donna ha fatto a se stessa. Ma la pedofilia non ha ragioni. Né se la commette un uomo. Né se la commette una donna.