Quella che doveva diventare la moschea della città, il grande fabbricato Enel in via Maggiate, rischia il crollo così com’è a rischio anche la fermata dello scuolabus. Il sindaco Sergio Bossi è intervenuto con un’ordinanza: intima l’immediata messa in sicurezza dello stabile.

Cadono calcinacci

Dal fabbricato, che da anni è fatiscente, si sono staccati calcinacci e pezzi di vetro che sono finiti sul marciapiede. Pezzi di materiale hanno sfiorato anche alunni che aspettavano il pulmino. La tutela dell’incolumità delle persone è una delle ragioni che hanno indotto il sindaco a emanare l’ordinanza: la società Demofonte, proprietaria dell’edificio, deve «eseguire i necessari interventi manutentivi dello stabile prospettante sulla pubblica via: lo stato di fatiscenza dello stesso rappresenta un pericolo per i veicoli e in particolare dei pedoni che percorrono il marciapiede».

La situazione è aggravata dal fatto che anche il cornicione presenta cedimenti. La società ha un mese di tempo per la messa in sicurezza. L’edificio in questi anni è stato al centro di varie vicende: aveva ospitato l’ex cabina Enel e l’alloggio del custode. Nel 2016 era stato a un passo dall’essere acquistato dalla comunità islamica per farne una moschea.

I residenti erano insorti sostenendo che la presenza del luogo di culto avrebbe creati seri problemi alla viabilità. L’ipotesi di acquisto era quindi tramontata. L’edificio fu costruito all’inizio degli Anni Trenta dalla società Edison che aveva realizzato anche gli impianti idroelettrici di Goglio, Verampio, Sottofrua e Crevola, tutti firmati dal celebre architetto Piero Portalupi, milanese. Di Portalupi era anche la stazione di sezionamento di via Maggiate, costruita con elementi architettonici di pregio come le finestre ad arco con cornici in cemento decorativo e gli abbellimenti sulle facciate, ottenuti con intonaci graffiti e colorati. La stazione è poi stata abbandonata ed è iniziato il degrado dell’immobile che adesso è addirittura a rischio crollo.

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