Si è svolta dal 21 al 25 marzo scorsi si la visita nella Repubblica del Sud Sudan di monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati. Giunto a Juba nel primo pomeriggio di giovedì 21 marzo, il “ministro degli Esteri” vaticano, accompagnato da monsignor Mislav Hodžić, officiale presso la Sezione per i Rapporti con gli Stati, è stato ricevuto all’aeroporto dal nunzio Hubertus Matheus Maria van Megen, dall’arcivescovo di Juba Paulino Lukudu Loro, e dal Consigliere di Nunziatura monsignor Mark Kadima, il quale è anche incaricato d’Affari residente nel Paese. Erano presenti anche il viceministro degli Affari Esteri, Deng Alor Kuol, e funzionari del Protocollo di Stato, nonché un nutrito gruppo di fedeli i quali con un loro canto hanno voluto dare il benvenuto all’illustre ospite.


Nella serata dello stesso giorno, nella sede della Nunziatura apostolica, Gallagher si è intrattenuto con i vescovi del Sud Sudan per dialogare sulle sfide pastorali e sulla situazione creatasi nel Paese, indipendente dal 2011, a seguito della guerra civile degli ultimi cinque anni. I presuli hanno voluto particolarmente ringraziare il Papa per la sua vicinanza e l’attenzione, manifestata attraverso i suoi vari interventi e iniziative a livello internazionale, e recentemente anche con le nomine del nuovo rappresentante pontificio e del nuovo vescovo di Torit. 

Durante l’incontro, una riflessione particolare è stata riservata all’ultimo messaggio pastorale dei Vescovi riguardante il processo di attuazione del Revitalised Agreement on the Resolution of Conflict in South Sudan (R-ARCSS), firmato il 12 settembre 2018 ad Addis Abeba tra le parti in conflitto, e alla promozione del dialogo e della riconciliazione della popolazione sud sudanese. Venerdì 22 marzo, monsignor Gallagher è stato ricevuto, nella residenza presidenziale, dal Capo dello Stato, Salva Kiir Mayardit, accompagnato dal ministro nell’ufficio del presidente della Repubblica, Mayiik Ayii Deng.

Gallagher ha rilevato le buone relazioni bilaterali, ricordando in particolare la recente visita del presidente in Vaticano, il 16 marzo scorso. Nel prosieguo del cordiale e costruttivo colloquio, è stata discussa la situazione generale del Paese e le modalità per l’attuazione dei recenti accordi politici, nonché il riaffermato il sostegno della Santa Sede per il processo di pace.


Dopo essersi congedato dal presidente  e rilasciato una dichiarazione ai media sud sudanesi, monsignor Gallagher si è recato all’Università Cattolica del Sud Sudan. Nel suo intervento con la comunità accademica, che conta circa 1.500 studenti, il Segretario per i Rapporti con gli Stati ha voluto condividere una riflessione circa il ruolo di questa importante Istituzione. Alla conclusione del suo discorso, ha esortato i giovani a prepararsi a costruire una nazione nella quale sarà possibile vivere in pace e con piena dignità. 

In tale circostanza, infine, l’arcivescovo Gallagher ha benedetto la prima pietra dell’Istituto per gli Studi di “Giustizia e Pace” ed ha piantato un albero in ricordo del 10° anniversario della fondazione dell’Università Cattolica a Juba. Nel pomeriggio, nella sede della Rappresentanza Pontificia a Juba, Sua Eccellenza ha incontrato una delegazione del Sudan People’s Liberation Movement-in-Opposition, guidata da Angelina Teny, presidente del Consiglio strategico di revisione della sicurezza e della difesa del Partito e moglie del suo principale leader, Riek Machar, per uno scambio di opinioni circa l’attuazione e le prospettive del R-Arcss.


Nella prima mattina di sabato 23 marzo, monsignor Gallagher, accompagnato dal nunzio apostolico, si è recato al Seminario Maggiore Nazionale di San Paolo a Juba. Durante la messa con i formatori e i seminaristi Gallagher ha incoraggiato i giovani alla sequela fedele di Cristo e al servizio generoso della Sua Chiesa, conferendo ai candidati il ministero del lettorato e dell’accolitato. Nel prosieguo della giornata, la delegazione vaticana si è recata in visita al campo dei civili sfollati nella vicinanza dalla Capitale, gestito dalla Missione della Nazioni Unite nel Sud Sudan (Unmiss), che assicura e assiste circa 32mila persone, di cui la maggioranza sono minorenni. 

Secondo l’Unhcr, si stima che la guerra civile ha causato circa 2,1 milioni di persone sfollate rimaste all’interno del territorio nazionale e 2,5 milioni di profughi nei Paesi confinanti. Monsignor Gallagher è stato accolto con grande entusiasmo nella improvvisata chiesa, dove ha ascoltato le testimonianze e le speranze dei responsabili della comunità, assistita spiritualmente dai padri francescani e comboniani, e ha indirizzato loro parole di saluto e di conforto, assicurando allo stesso tempo la vicinanza e la benedizione del Santo Padre. 

In seguito, l’arcivescovo Gallagher ha incontrato gli insegnanti e gli alunni della scuola materna e di quella primaria, organizzate all’interno del campo dalla comunità delle suore indiane Society of Daughters of Mary Immaculate and Collaborators. Nel pomeriggio, ha ricevuto in udienza la Sig.ra Rebecca Nyadeng, vedova del leader storico sud sudanese, John Garang, e uno dei cinque vicepresidenti disegnati del Paese. Il presule ha anche incontrato i membri del Corpo Diplomatico in due occasioni: la sera precedente nella residenza dell’ambasciatore Thomas Hushek degli Stati Uniti e il giorno successivo presso la sede dell’Ambasciatrice Sinead Walsh dell’Unione Europea.


Nel giorno di domenica 24 marzo, ha avuto luogo la solenne celebrazione eucaristica nella gremita cattedrale di Santa Teresa del Bambin Gesù a Juba, presieduta da monsignor Gallagher e con la partecipazione dei vescovi, dei sacerdoti e religiosi, dei fedeli e delle autorità politiche del Sud Sudan, tra cui il presidente Kiir. Nella sua omelia, il celebrante principale ha sottolineato come Dio ci chiama a scegliere la vita, a deporre le armi e l’odio, a purificare e convertire il cuore, a perdonare e continuare il dialogo, a perseguire la pace e il bene comune. Nel pomeriggio, è stata organizzata la visita alla parrocchia dedicata a Tutti i Santi a Rejaf, dell’Arcidiocesi di Juba, che quest’anno celebra il centenario dalla fondazione. Dopo l’incontro con la comunità parrocchiale, l’arcivescovo ha visitato il Seminario Minore di San Lorenzo e la casa per gli orfani delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret.


Infine, lunedì 25 marzo, il presule ha avuto un colloquio con David Shearer, rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite in Sud Sudan, per un utile aggiornamento sulla situazione politica, lo stato di sicurezza e le attività della comunità internazionale in Sud Sudan. Successivamente, presso il St. Mary College, ha avuto luogo un incontro cordiale ed un dialogo aperto con i sacerdoti e i religiosi del Sud Sudan, durante il quale sono state evidenziate le principali sfide dell’evangelizzazione in questo Paese dell’Africa centro-orientale, che anela innanzitutto alla pace e alla riconciliazione. Con questo colloquio, Paul Gallagher ha concluso la visita in Sud Sudan, prima di fare rientro in Vaticano.

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