Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha ricevuto oggi un gruppo di organizzazione Lgbt che ha presentato alla Santa Sede i risultati preliminari di uno studio dell’Instituto Interamericano de Derecho Humanos (Iidh) sulla criminalizzazione delle persone omosessuali nei paesi dei Caraibi.

 

«Siamo stati ricevuti bene, abbiamo iniziato un dialogo, e il cardinale Parolin ha detto che questo dialogo continuerà», ha dichiarato in un incontro con la stampa la baronessa Helena Ann Kennedy. «Non abbiamo avuto l’impressione di un appuntamento diplomatico», ha aggiunto. L’udienza è durata «oltre un’ora».

 

Lo studio, che sarà pubblicato nella sua versione completa a febbraio dell'anno prossimo ed è stato condotto con il sostegno dell’International Bar Association e la United Nations Latin American Institute for the Prevention of Crime and the Treatment of Offenders (Ilanud), sottolinea il collegamento tra le leggi che ancora oggi criminalizzano l’omosessualità in dieci paesi caraibici e atteggiamenti irrispettosi che si diffondono nella società nei confronti delle persone gay e transgender quali «la discriminazione, l’abuso e la violenza». I promotori sottolineano che la Chiesa cattolica dei paesi centro-americani ha una responsabilità e desiderano che la Santa Sede dia un messaggio che contrasti la criminalizzazione nei confronti dei gay. 

 

Le Chiese cristiane, «non solo quella cattolica», «esacerbano» l’atteggiamento discriminatorio, secondo Leonardo Raznovich, che, in conferenza stampa, ha riferito in particolare che all'inizio della ricerca la corte suprema del Belize ha dichiarato incostituzionale la legge sulla crimininalizzazione degli omosessuali, e la Chiesa cattolica locale ha impugnato questa decisione. Secondo l’avvocato argentino, il Papa, sollecitato sul tema, «è intervenuto», la Chiesa ha ritirato il suo appello e oggi il Belize è uscito dal novero dei paesi che criminalizzazano i gay.

 

Da qui la richiesta di una udienza dal Papa. «Speravamo di vedere il Papa stesso, ma alla fine non era disponibile», ha detto la baronessa Kennedy. L’attesa di una udienza papale, rilanciata nelle scorse settimane da Frederic Martel, autore del libro Sodoma, è stata peraltro all’origine di un malinteso, chiarito dal portavoce «ad interim» della Santa Sede in una nota diramata ieri: «Posso smentire nel modo più assoluto che il Santo Padre pronuncerà in questi giorni un “discorso storico” sul tema della omosessualità», aveva detto Alessandro Gisotti. L'avvocatessa britannica ha affermato, oggi, che «fino a pochi giorni fa pensavamo di vederlo, poi abbiamo saputo che non era disponibile. Siamo stati tristi di non poterlo vedere, ma forse lo vedremo la prossima volta. Possiamo solo immaginare che avesse questioni di Stato che richiedevano la sua presenza». A ogni modo, «siamo stati ricevuti da Parolin che è stato molto recettivo».

 

Il Segretario di Stato «è stato molto chiaro nel dire che la violenza è sempre inaccettabile, la chiesa è una Chiesa di compassione», ha detto la baronessa Kennedy. «Il Cardinale è stato molto reattivo sull'idea di persecuzione, sottolineando che non è ammissibile la persecuzione nella società». Non c’è «nessuna indicazione» su una data per un prossimo incontro, ma Parolin «è stato molto chiaro che si è aperto un processo e che si è aperto un dialogo, si è aperta una discussione, è possibile far ascoltare le ragioni Lgbt».

 

In un comunicato diramato dopo l’incontro con Parolin, le associazioni, soddisfatte per la «prima udienza» vaticana a un gruppo Lgbt, chiedono «umilmente» al Vaticano di «prendere in considerazione la possibilità di una dichiarazione pubblica nella quale è chiarita la posizione ufficiale del Vaticano» e domandano che «la Chiesa» dichiari che «la dignità umana implica il rispetto di ogni persona come è stata creata da Dio, per cui la criminalizzazione delle persone Lgbt è oggi, come nei periodi più scuri della storia dell’umanità, una manifestazione di odio irrazionale per ciò che è diverso dalla norma e l’omofobia è, effettivamente, un sentimento di odio e rifiuto che la Chiesa condanna, ovunque esso avvenga». Le associazioni domandano anche alla Santa Sede di promuovere queste idee presso i cristiani, la comunità internazionale e i singoli Stati.

 

Leonardo Raznovich ha ringraziato pubblicamente il Papa «che in certa misura è responsabile per questo incontro. Dopo essere intervenuto sulla Chiesa in Belize ha voluto sapere di più di questa ricerca, e questo è il motivo per cui oggi siamo qui».

«Il cardinale Pietro Parolin ha ricevuto oggi in Vaticano un gruppo di circa 50 persone impegnate, a vario titolo, contro la criminalizzazione della omosessualità», ha dichiarato il direttore ad interim della Sala Stampa vaticana. «In tale occasione è stata presentata al Segretario di Stato Vaticano una ricerca sulla criminalizzazione delle relazioni omosessuali nella regione caraibica. Il Cardinale Parolin ha rivolto ai presenti un breve saluto, ribadendo la posizione della Chiesa cattolica in difesa della dignità di ogni persona umana e contro ogni forma di violenza. Dopo aver ascoltato gli interventi di alcuni dei partecipanti all’incontro, il cardinale Parolin ha quindi assicurato che informerà il Santo Padre sul contenuto della ricerca».

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