Dieci minuti per percorrere 2 metri sommerso dalle persone che vogliono farsi un selfie con il ministro dell’Interno. Una felpa color vinaccia con la scritta Vinitaly. Matteo Salvini si presenta cosi alla fiera di Verona dove si celebra il vino italiano e rilancia la sua battaglia per «cambiare l’Europa», per rilanciare la politica del sì - «non ho mai visto nessuno decrescere ed essere felice» - e per ribadire al M5S e anche al premier Conte, anche lui in visita al Vinitaly che «la riduzione fiscale dovrà essere inserita nel Def anche perché la Flat tax è inserita nel contratto di governo e serve agli italiani o e non a Salvini».

La replica M5S: “Flat tax? È in contratto, noi leali, Lega «ni»”
«Flat tax? Certo, noi siamo leali al contratto la Flat tax è nel contratto. Non abbiamo mai detto di non volerla, bensì abbiamo affermato che non bisogna fare facile campagna elettorale su certe misure, perché sono ambiziose e costano. D’altronde è stata la Lega a dire che costa 12 miliardi. Ribadiamo: noi siamo sempre stati leali al contratto, chi lo è stato meno è la Lega» la replica dei Cinque Stelle a Salvini. «Chi ha iniziato a spingere sulla castrazione chimica è stata la Lega, chi parla di leva obbligatoria è la Lega, chi presenta una legge per la libera circolazione delle armi è la Lega. E potremmo andare avanti per molto», ricorda il M5S.

Il ministro dell’Interno parla alla platea degli imprenditori del vino nella cerimonia d’inaugurazione dell’edizione numero 53 di Vinitaly aperta con i nuovi numeri della produzione che Fermano l’asticella a 14,3 miliardi di euro ma poi nella visita ai padiglioni delle regioni rilancia: «Ci stiamo lavorando da mesi, abbiamo valutato i costi e i benefici e una riduzione fiscale porta sicuramente più benefici che costi. È come noi rispettiamo e approviamo quello che c’è nel contratto e che magari non è nel Dna della Lega, e penso al reddito di cittadinanza, altrettanto rispetto sul tema fiscale lo pretendiamo dagli altri».

E il confronto scontro con gli alleati del M5S va avanti anche in vista della prossima campagna elettorale. Salvini, infatti, ha annunciato che a metà maggio a Milano, in piazza Duomo, ci sarà una grande manifestazione delle forze sovraniste dei paesi dell’Unione Europea e conferma la scelta di giocare la stessa partita con Marine Le Pen e gli altri leader della destra. Scelta che ha scatenato le critiche e la presa di distanza dell’altro vicepremier, Luigi Di Maio che domani sarà a Verona. Il capo politico del M5S ha duramente criticato le intese elettorali tra la Lega e quelle forze politiche che a livello europeo minimizzano o negano l’Olocausto. Salvini risponde così: «Non mi interessa il passato, siamo per la democrazia e per i diritti ma l’Europa si cambia solo con chi non l’ha governata in questi anni».

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