Luigi Di Maio presenta ufficialmente la sua squadra di «eccellenze» per l’Europa, le 5 donne che correranno come capolista alle elezioni, ma le tensioni con la Lega finiscono per rovinare ai 5 stelle anche questo giorno di festa. Non bastano le tensioni in Italia e quelle indotte dalla campagna elettorale: lo scontro passa oggi anche sulle alleanze europee, con il leader pentastellato che lancia il suo affondo sui «sovranisti», e su tutti su Orban e Le Pen, e finisce al litigio sulla richiesta della Commissione a cui ambirebbe l’Italia. È senz’altro quella per l’Industria e le imprese, rivendica Di Maio che punta sulla difesa del nostro tessuto produttivo.

Neanche a parlarne gli fa eco la Lega: «Per difendere il made in Italy dal falso e dalla concorrenza sleale, una truffa che costa alle imprese italiane 60 miliardi di euro di mancate esportazioni ogni anno, è molto più utile il Commissario al Commercio e su questo la Lega ha le idee chiare». Non bastasse, se il vicepremier del M5s cerca di minimizzare sulle conseguenze del voto europeo sul governo («non c’entra nulla con governo dal punto di vista del risultato», dice), il Carroccio fa notare quanto sia «chiaro» che il voto del 26 maggio nel suo complesso «sarà importante per capire come la pensano gli italiani». La diplomazia «forzata» tra le due forze di governo sta insomma mostrando di non bastare più a contenere il duello elettorale con il segretario della Lega che reclama la flat tax «subito, già da quest’anno» mentre Di Maio si incarica di lanciare l’ultimatum dopo l’uccisione del carabiniere a Foggia: «ora basta, ci sarà una reazione» tuona con il tono da responsabile della sicurezza. Il leader della Lega ricambia e arriva ad attaccare anche la Capitale governata dai 5 Stelle: si lamenta per «per le metropolitane ferme, la sporcizia, per i topi o il caos delle periferie» e detta l’alt alla possibilità di un sostegno finanziario dal governo alla Capitale. Piuttosto, dice rilanciando l’Opa del Carroccio su Roma, serve «un’amministrazione comunale pronta, sveglia e presente».

La sindaca Virginia Raggi gli risponde per le rime: «pensi alla sicurezza». Di Maio guarda e non interviene: ha già dovuto fare i conti con la sindaca di Torino a cui avrebbe voluto «scippare» l’assessora all’innovazione per candidarla a Strasburgo. Ha vinto Chiara Appendino: ora al posto di Paola Pisano correrà per il Nord Ovest Maria Angela Danzi’, funzionaria della pubblica amministrazione che Di Maio conta di mettere al lavoro sugli appalti europei. Al Nord Est invece il capo politico M5s farà correre come capolista Sabrina Pignedoli, cronista esperta della criminalità organizzata, consulente della Commissione antimafia, una che con le sue inchieste ha contributo alle indagini sul caso Aemilia: il suo obiettivo è quello di «portare la lotta alle mafie ad un livello transnazionale».

Al Centro correrà invece Daniela Rondinelli, componente del Comitato economico e sociale europeo, militante della Cisl mentre per il Sud presenterà la docente universitaria barese, la pedagoga Chiara Maria Gemma. Confermata per le Isole la manager di Olidata Alessandra Todde. Tutte candidature «esterne» al M5s che dovranno essere ratificate da un nuovo voto in rete degli iscritti e che hanno suscitato qualche malcontento degli iscritti. «Uno vale uno, ma uno non vale l’altro» sopisce Di Maio che ricorda: «è il M5s che consente ai cittadini senza un passato politico di entrare nelle istituzioni».

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