«È una catastrofe per la cristianità e per i fedeli di tutto il mondo. Ci scuote duramente. E ci chiama a mettere da parte le divisioni che stanno affliggendo la Chiesa». È disperato il cardinale francese Paul Joseph Jean Poupard, storico delle religioni, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura e del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso. Una figura di spicco della Curia romana. «Non riesco a staccare lo sguardo dalle scene angoscianti in tv», dice il Porporato 88enne dalla sua abitazione vaticana. «Mi sento annientato qui da quelle fiamme che stanno piegando Parigi e distruggendo il cuore spirituale di tutto il Paese». Il «devastante» incendio nella cattedrale di Notre-Dame «mi sembra una scena di un film, è incredibile. Non riesco a crederci», ripete con insistenza. 

Poi sottolinea: «È un dramma enorme non circoscritto alla Francia e ai francesi, lo è per il pianeta intero»Non si tratta di un crollo «di mura e pietre: è venuto giù un “pilastro portante” della cultura e della storia, la storia dell’umanità, di tutti i Paesi, dall’Europa all’America».

Riaffiorano in Poupard i ricordi personali del suo periodo nella capitale di Francia: «Ero rettore dell’Istituto cattolico, incarico che ho ricoperto per dieci anni. Sono stato tante volte a Notre Dame, ho tenuto conferenze e partecipato a convegni». Nella mente «e nel cuore mi stanno scorrendo vorticosamente le immagini di quei momenti. E delle migliaia di fedeli, pellegrini e turisti che ogni giorno ammiravano a bocca aperta Notre Dame».

Ma Poupard, da uomo di fede, vuole pensare anche al futuro. Subito. «Proprio in questo momento storico così difficile e travagliato per la Chiesa universale, la tragedia di Notre-Dame, luogo simbolo della cristianità, ci deve unire. Deve riunire in armonia tutti i cristiani». Perché le fiamme di Parigi sono «qualcosa che supera le nostre divisioni. Deve essere così». 

Pensando ai fedeli, Poupard suggerisce: questo incidente forse irreparabile, qualunque sia la causa, «deve anche farci pensare alla nostra esistenza terrena, ricordandoci che è precaria, fragile, imprevedibile. E ci deve insegnare che va vissuta mettendo al centro le cose essenziali della vita». A cominciare dalla «fratellanza». E un segno che il Cardinale non sottovaluta è la «solidarietà immediata che sta arrivando a Parigi da molti paesi e dalla gente comune»: il sentimento «di unione che si respira aiuterà certamente ad affrontare il momento tremendo, i danni deprimenti, e a rialzarsi da questa caduta così rovinosa». 

Anche la Santa Sede si è espressa, comunicando in una nota ufficiale di avere «accolto con shock e tristezza la notizia del terribile incendio». E dedica un pensiero ai «pompieri e quanti stanno facendo il possibile per far fronte alla drammatica situazione».

Questo articolo è stato pubblicato nell'edizione odierna del quotidiano La Stampa

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