C’è un gruppo jihadista locale dietro alla strage di Pasqua in Sri Lanka. Lo ha comunicato il governo, ammettendo contemporaneamente grosse falle nella sua attività di intelligence, e sottolineando inoltre che non è ritenuta credibile l’ipotesi secondo la quale gli attacchi siano stati portati avanti solo da un gruppo locale. Ci sarebbe insomma «una rete internazionale senza la quale la strage non sarebbe riuscita», dichiara il sottosegretario al governo, Rajitha Senaratne. I responsabili dei sanguinosi attacchi a ripetizione erano membri del National Thowheed Jamath. Le autorità hanno comunicato che non ci sono italiani fra le almeno 290 vittime (31 stranieri). Revocato il coprifuoco imposto, resta tuttavia blocco di tutti i social network, deciso ieri «per il tempo necessario a chiudere le indagini» evitando il diffondersi di fake news o di informazioni che possano in qualche modo ostacolare le indagini.

È salito a 500 anche il numero dei feriti. Diciassette sono stranieri e altri 14 stranieri sono dispersi. Un bilancio che, vista la gravità degli attacchi, potrebbe aggravarsi, mentre le indagini proseguono in attesa di una rivendicazione che non è ancora arrivata: ventiquattro le persone fermate e poi arrestate.

Nell’attentato hanno perso la vita anche tre dei quattro figli del miliardario danese Anders Hogh Povlsen, proprietario del marchio di abbigliamento Bestseller e primo azionista di Asos.

Oggi la polizia cingalese ha trovato 87 detonatori in una stazione di autobus a Pettah, un sobborgo di Colombo. E c’è stata una nuova esplosione in un furgone vicino ad una chiesa della capitale dello Sri Lanka mentre gli artificieri stavano disinnescando l’ordigno. Non ci sono feriti, tuttavia, si è creato il panico tra la gente che si trovava nelle vicinanze. In un video pubblicato dall’inviato del Guardian si vedono persone che scappano e urlano terrorizzate dalla nuova esplosione.

La condanna degli attacchi
Alle numerose parole di solidarietà arrivate nella giornata di domenica da tutto il mondo, si aggiungono quelle del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che ha espresso le proprie condoglianze: in un comunicato rilasciato dal portavoce Stephane Dujarric, Guterres si dice indignato dagli attacchi terroristici contro chiese e alberghi in un «giorno sacro per i cristiani di tutto il mondo» e spera che i responsabili siano rapidamente portati davanti alla giustizia.

Dopo decenni di conflitti interni tra Governo e separatisti tamil, ieri, giorno di Pasqua, nel Paese è tornato il terrore: nove esplosioni in sequenza sono avvenute in diverse chiese e alberghi della capitale Colombo e in altre due località, Batticaloa e Negombo. Per i fedeli in preghiera non c’è stato scampo. In serata un’altra bomba è stata trovata e disinnescata vicino al principale aeroporto internazionale: una pattuglia dell’aeronautica militare impegnata in una ricognizione di routine ha notato l’ordigno in strada, molto vicino al Bandaranaike International, noto anche come aeroporto Katunayake o Colombo International, situato vicino la capitale. Gli artificieri lo hanno fatto brillare, ma l’aeroporto resta ovviamente in una situazione di massima allerta.


La polizia negli ultimi dieci giorni aveva alzato la guardia davanti alle chiese principali del Paese, perché la notizia di possibili attacchi kamikaze circolava da oltre una settimana. Gli attentati di Pasqua sono infatti - in ordine di tempo - l’ultimo atto di una scia di sangue che, nel solo 2018 - secondo un rapporto di World Watch List - ha lasciato dietro di sé 4.305 cristiani uccisi. Ma gruppi terroristici continuano a pianificare attacchi in Sri Lanka, anche dopo gli attentati di ieri: il dipartimento di Stato Usa ha a questo proposito diffuso una nota, secondo la quale «hotel e luoghi di culto» restano tra gli obiettivi, ai quali si aggiungono località turistiche, centri commerciali, aeroporti e altre aree pubbliche.

Intanto - proprio in seguito a questo «alzare la guardia» - c’è tensione tra il governo dello Sri Lanka e il presidente Maithripala Sirisena, che è anche ministro della Difesa. «Le autorità sono state avvertite due settimane prima degli attacchi e avevano anche i nomi degli aggressori, ma queste informazioni non sono state condivise con il primo ministro Wickremesinghe», ha denunciato il ministro della Salute, Rajitha Seranatne.

La Farnesina, attraverso il proprio sito “Viaggiare Sicuri”, «raccomanda di evitare le zone interessate dagli attacchi e di seguire le indicazioni delle autorità locali». L’aeroporto internazionale di Colombo risulta aperto, ma si registrano ritardi e disagi: «Si raccomanda di verificare con il proprio tour operator o Compagnia aerea l’operatività dei voli». In ogni caso, a chi è in partenza dallo Sri Lanka le Autorità locali raccomandano di recarsi in aeroporto con quattro ore di anticipo per effettuare i controlli di sicurezza.

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Salvini: migliaia i punti a rischio in Italia

«Dobbiamo organizzarci perché in Italia non succeda. Abbiamo le forze dell’ordine che stanno controllando migliaia di punti che potrebbero essere a rischio e quindi contiamo sulle forze dell’ordine, che sono tra le migliori al mondo. Fortunatamente noi ad oggi problemi non ne abbiamo mai avuti o li abbiamo sventati prima che succedesse qualcosa». Lo ha detto il ministro degli Interni Matteo Salvini, rispondendo a chi gli ha chiesto un commento sugli attentati nello Sri Lanka a margine del suo incontro elettorale a Pinzolo.

Trump: con Colombo nella lotta contro il terrorismo

«Ho parlato con il presidente Maithripala Sirisena dello Sri Lanka ieri per informarlo che gli Usa sono con lui e con il suo Paese nella lotta contro il terrorismo. Ho anche espresso le condoglianze per conto mio e del popolo statunitense» ha scritto su Twitter il presidente Usa Donald Trump.

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