Ti piace il fascismo? Vota Fratelli d’Italia. Il partito fondato da Giorgia Meloni e Ignazio La Russa per le elezioni europee del prossimo 26 maggio punta alle piazze virtuali e cerca attraverso le pagine Facebook di sponsorizzare il partito e suoi candidati tra le comunità di militanti e camerati che impazzano nelle chat e nei gruppi virtuali.

Una voglia di fascismo 2.0 scoperta da un iscritto italiano al social network di Zuckerberg e segnalata alla Stampa. Ecco come è andata.

«Sono iscritto da anni e spesso posto o faccio girare commenti antifascisti o legati alla Resistenza che ritengo un valore per il nostro Paese – spiega Marco – e qualche giorno fa continuavo a ricevere inviti e messaggi del partito di Fratelli d’Italia con il faccione della Meloni in primo piano, quanto più lontano dal mio pensiero politico. Così ho cercato nelle impostazioni e ho cliccato “Non vedere più questa inserzione” e ho trovato un avviso che mi ha fatto balzare sulla sedia».

Il messaggio recita testuale: «Il motivo per cui vedi questa inserzione è che Fratelli d’Italia desidera raggiungere le persone interessate a fascismo. I dati si basano su attività come “Mi piace” alle pagine o i clic sulle inserzioni. Potrebbero esserci altri motivi per cui vedi questa inserzione, tra cui la possibilità che Fratelli d’Italia desideri raggiungere le persone di età pari o superiore a 18 anni che vivono presso Piedmont. I dati si basano sulle informazioni presenti sul tuo profilo e sul luogo in cui ti connetti ad internet».

Ecco che i post usati per pubblicizzare prodotti o aziende vengono mirati per “acchiappare” nostalgici del Ventennio o simpatizzanti del Duce in un clima di revisionismo e violenze verbali contro l’immigrazione. E dato che l’algoritmo “pesca” tutto quello che ruota intorno a fascismo e anche Marco, che scrive spesso contro il fascismo del Terzo Millennio e il rischio del suo ritorno, viene identificato come interessato in senso lato a tutto quello che ruota intorno a questa parola e ideologia.

Tutto lecito? Questa la spiegazione di Facebook Italia sul caso: «Questa opzione di targettizzazione è stata inserita tra le categorie disponibili per la sua rilevanza storica - ad esempio, per promuovere libri e documentari sulla Seconda Guerra Mondiale. Anche se non abbiamo rilevato alcun abuso, a scopo precauzionale e per prevenire potenziali usi scorretti, abbiamo deciso di rimuoverla dal nostro sistema».

E per evitare pubblicità ingannevole e l’apologia del fascismo, che in Italia resta un reato, non c’è più traccia della “caccia ai voti” tra i nostalgici di quella pagina buia della storia italiana.

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