Alla fine saranno tra le tre e le quattro mila persone, assiepate in piazza Vittorio Veneto, numero confermato dalla Questura. Lo hanno aspettato una mezz’ora in più rispetto all’orario fissato, ma alla fine è stata un’ovazione e un tripudio di bandiere. Il ministro Matteo Salvini si concede 10 minuti ai giornalisti («Vedremo stasera quanti telegiornali faranno vedere questa folla») poi dal palco parte all’attacco. Non è solo un promuovere i candidati della Lega alle prossime elezioni comunali («Corradino l’ho scelto io personalmente e dal numero di presenti oggi ho avuto ragione»), regionali, europee, tutti presenti dietro al «capitano» con le maniche della camicia arrotolate e jeans chiari. È un autentico show, in cui vengono toccati svariati temi cari all’elettorato leghista ( dalla sicurezza alla difesa personale fino alla famiglia tradizionale, alla sanità e alle scuole) e in cui ce n’è per tutti, anche per i comunisti «razza in via d’estinzione» e per chi «guadagna mega stipendi negli enti pubblici», a cominciare dal conduttore della Rai Fabio Fazio. «Un collega (anche io sono giornalista) , dal quale non vado ospite perchè è fazioso.- dice Salvini sorridendo -. Mi ha chiamato per il 5 maggio, ho risposto di no ma ho ancora qualche giorno per pensarci. Vi dirò, sono disposto ad andare se lui si dimezza lo stipendio, con 2 milioni di euro all’anno può vivere lo stesso. La piazza è d’accordo?». E l’approvazione diventa ululato.

Così, dopo l’elenco delle cose ancora da fare («Ci dobbiamo impegnare di più per i disabili e sulla riduzione delle accise sulla benzina non siamo ancora riusciti a metterci mano ma lo faremo presto»), c’è anche spazio per una modesta contestazione da parte del gruppo antifascista controllato da vicino dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa. «Non avevo ancora visto i 5 comunisti che vengono ai miei incontri - commenta Salvini -. Eccoli qui, salutiamoli, arrivederci e stasera tutti a farvi le canne al centro sociale. Mi fanno tenerezza, sono una razza in via d’estinzione, come i panda». La chiusura è sui selfie. «Tutti a chiedersi chissà quale strategia: è solo una questione di rispetto nei confronti di chi è venuto. Io accolgo tutti, anche le due ragazze dell’altro giorno a Caltanissetta che mi hanno chiesto un selfie e poi si sono baciate. Sapete cosa ho detto loro? Auguri e figli maschi. Io voglio togliere l’intrusione dello Stato nel commercio con gli studi di settore, figuriamoci se lo Stato deve entrare in camera da letto. Ci dipingono razzisti, sessisti, omofobi: fate l’amore con chi volete. Però il diritto di un figlio ad avere un padre e una madre, quello resta intoccabile».

I commenti dei lettori