Le proteste unanimi hanno costretto a un precipitoso dietrofront gli organizzatori della mezza maratona di Trieste, che avevano deciso di escludere dalla competizione gli atleti africani di punta. Adesso ci sarà una corsa parallela per ingaggiare last minute qualche nome di grido che consenta in qualche modo di porre rimedio ad una figuraccia che stava facendo il giro del pianeta.

Nella giornata di ieri, prima ancora che dal mondo della politica, era stato il Comitato Olimpico Internazionale a lanciare l’appello per un immediato ripensamento: la decisione di non ingaggiare i top runner in arrivo dall’Africa - ufficialmente per tutelarli dallo sfruttamento di manager senza scrupoli - ha suscitato un disagio diffuso tra atleti ed ex. A farsi interprete del malcontento, per quanto stava accadendo nella sua regione, è stata la friulanissima Manuela Di Centa, pluriolimpionica dello sci di fondo e attuale membro onorario del Cio: «Guai a tradire i valori dello sport, che sono la vera essenza dell’universalità».

Il caso approderà comunque in Parlamento: il leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni presenterà un’interrogazione: «Senza vergogna - ha tuonato -. Questa vicenda incredibile non succede nel Mississippi degli anni ’50, bensì nel 2019 in una città capitale della cultura mitteleuropea, Trieste. Si dice “lo facciamo perché gli atleti neri sono stati oggetto di sfruttamento negli anni passati”. Nobile intento, ma vorremmo sapere allora - prosegue il leader di SI - quali denunce siano state fatte in passato dagli organizzatori verso le autorità sportive e quelle giudiziarie, per episodi simili».

Dritto al bersaglio è andato anche il vice premier Luigi Di Maio: «È giusto combattere lo sfruttamento dei corridori africani, il professionismo è professionismo sempre e come tale deve essere retribuito, ma non è così che si fa, non è escludendoli da una gara che si combatte il problema. Anzi, così il problema si aggrava e la vicenda in se’, per come sta emergendo, rasenta la follia», le parole del leader del M5S.

Per una volta, il Pd è perfettamente allineato coi grillini: «Sento parlare di “scafisti dello sport” (espressione usata da Giorgetti, n.d.r.). Non pensavo che saremmo arrivati a tanto. La Lega lasci in pace il mondo dello sport, lo tengano fuori dalla propaganda», il parere del segretario nazionale Dem Nicola Zingaretti.

Alla fine anche il Carroccio - che governa in Fvg - ha dovuto censurare le modalità scelte dagli organizzatori dell’evento giuliano: «Sbagliato escludere gli atleti africani - ha sentenziato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega allo sport, Giancarlo Giorgietti -. Non è così che si risolvono i problemi. Attenzione perché il malessere esploso a Trieste nasconde tuttavia l’ennesimo sfruttamento. Aprirò un’indagine interna».

Azione di investigazione che il Coni ha già intrapreso: «C’è una costante interlocuzione con la Fidal relativa alla rivisitazione del ruolo degli agenti, nella totale, ineludibile condivisione dei valori su cui si fonda lo sport, sinonimo di inclusione, rispetto e fratellanza e contrario, da sempre e per sempre, a ogni forma di discriminazione».

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