«Questo è un Comune che qualcuno mi proporrà di salvare con una spesa diretta di 40, 50 o 70 milioni, ma è la pastiglia che toglie il mal di testa e non cura il malato. Io il giorno che i parlamentari mi proporranno la norma la valuterò con la mia delega agli enti locali». Non poteva essere più chiara la sottosegretaria Castelli (Movimento Cinque Stelle) domenica alla Taglieria del Pelo quando il consigliere comunale capogruppo M5s Michelangelo Serra ha chiesto: «Qui in città i conti del Comune sono in profondo rosso. Si dice che il governo interverrà».

Il governo - almeno per la parte pentastellata - non è dell’idea ma «non siamo in polemica con gli alleati di governo - ci tiene a sottolineare la Castelli - noi vogliamo solo fare interventi strutturali, come rinegoziazione dei mutui con le banche e con Cassa depositi e prestiti». A stretto giro di posta risponde Cinzia Lumiera, assessore al bilancio a Palazzo Rosso e in quota Lega: «Noi non abbiamo chiesto soldi - spiega -, il ministro Salvini ha solo sottolineato che se si salva una città si salvano anche le altre. Ma noi intendiamo salvarci con le nostre gambe, con il recupero dell’evasione e con i risparmi. Cosa chiediamo? Più tempo sul piano di riequilibrio invece di 15 anni, trenta».

Di piani ti riequilibrio ha parlato anche il viceministro come di una possibilità per i comuni in difficoltà - che sono 532 - «non voglio sentire parlare di dissesto. Perché i comuni in quella situazione non possono più fare nulla, devono tagliare sui dipendenti e sui servizi». Un dissesto Alessandria lo ha già subito, e la città ha fatto da banco prova per i comuni con i bilanci che sprofondano nel rosso.

Intanto il consuntivo 2018 chiude come previsto a -68 milioni e quei 46 ereditati dall’amministrazione Piercarlo Fabbio e di cui la Corte dei Conti chiedeva la riscrittura sono stati «spalmati». Dove? Non sono debiti, ma sono soldi - decine di milioni a capitolo - che il comune è costretto a mettere nei fondi di sicurezza che le amministrazioni sono costrette da qualche anno a questa parte a tenere a livelli alti.

Come il Fondo crediti di dubbia esigibilità:quelli che riguardano tasse non pagate, cioè i residui attivi cioè i crediti del Comune. Le mancate riscossioni incidono anche per il futuro, se non riscuoti abbastanza non puoi mettere in previsione di spendere per l’anno dopo. A Palazzo rosso non sono molto bravi a fare gli esattori e l’evasione è aumentata, così quel Fondo deve aumentare e nel consuntivo 2018 è a più di 44 milioni, come quello per i contenziosi (le cause che il comune potrebbe perdere), a questi si aggiunge il rimborso del mutuo stipulato con Cassa depositi e prestiti.

Il pacchetto fondi e mutuo arriva a 81 milioni tolto l’avanzo di amministrazione si arriva a meno 68. Su Cassa depositi e prestiti è intervenuta anche la Castelli «È vero che sono i soldi dei libretti postali, ma si deve intervenire sui tassi dei mutui». Intanto le notizie sugli ulteriori tagli di 8 milioni sono: stop alle assunzioni per il 2019. Questo vuol dire quindi che non ci saranno gli otto vigili promessi? Domani incontro tra amministrazione e Cgil, Cisl e Uil provinciali insieme alle Rsu per la contrattazione decentrata. Sarà l’occasione per qualche chiarimento.

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