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Dalla Cina al Messico, ecco come si tutelano patrimoni agricoli e paesaggio

Dalla Cina al Messico, ecco come si tutelano patrimoni agricoli e paesaggio
Alla fondazione FICO a Bologna sono stati presentati i siti del programma FAO per la salvaguardia dei patrimoni agricoli di rilevanza mondiale. Presente anche l’Italia. Lo spopolamento delle aree rurali è un fenomeno che coinvolge un miliardo di persone
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I problemi legati allo spopolamento delle aree rurali sono sempre più preponderanti, con risvolti sia economici che sociali. Le migrazioni internazionali sono note all'opinione pubblica, ma un rapporto della FAO individua come le migrazioni interne ai Paesi in via di sviluppo siano un fenomeno ben più ampio, con oltre 1 miliardo di persone costrette a spostarsi all'interno dei loro Paesi, dove l'80% dei movimenti riguardano un'area rurale.

La Camera Internazionale di Commercio ha annunciato tramite un recente rapporto, che il business della sostenibilità, purché coinvolga popoli, aree rurali, qualità alimentare e sviluppo, potrebbe generare nel 2030 oltre 380 milioni di posti di lavoro e 12 miliardi di fatturato. Ma i modelli di sviluppo agroalimentare che tutelino le realtà locali, sono spesso messi in discussione ”da interessi commerciali che non condividono le politiche di cooperazione internazionale, generando cibo industriale tramite l'utilizzo di antibiotici e fertilizzanti« dichiara l'ambasciatore FAO, Pier Francesco Scacco.

A Bologna, alla fondazione FICO sono stati recentemente presentati i siti GIAHS, il programma della FAO che ha come obiettivo l'identificazione e la salvaguardia dei patrimoni agricoli in un'ottica di conservazione dinamica e di gestione sostenibile. Dalle terrazze di riso delle ”montagne meridionali« nella Cina alle ”Chinampas« messicane, dei ”giardini galleggianti« che non utilizzano l'irrigazione, fino all'agricoltura ”eroica« delle Ande. Anche nel nostro paese sono stati riconosciuti due siti di rilevanza mondiale, gli uliveti umbri e le colline del Soave.

La sfida del programma è tutelare la conservazione e custodire luoghi depositari di antiche tradizioni nel mondo moderno, generando lavoro e promuovendo il turismo di questi luoghi unici. I siti GIAHS sono il risultato di un rapporto armonico tra la presenza antropica e quella ambientale, che permette di preservare la biodiversità dei paesaggi, nella loro diversità ecosistemica. Fondamentale come ricorda Yoshihide Endo, coordinatore del programma FAO-GIAHS è ”la promozione delle realtà locali tramite azioni di marketing, insegnando agli agricoltori a ottimizzare le realtà locali in attività di business«.

Proprio per questo è stato istituito un master universitario dedicato al programma FAO, con l'obiettivo di formare giovani manager capaci di gestire il patrimonio paesaggistico e agroalimentare delle aree rurali, così da creare e accrescere il valore che deriva dalle attività agricole locali. Se il potenziamento di un'economia sostenibile nello scenario internazionale necessita di politiche di sviluppo, cooperazione tra organizzazioni e di progetti come GIAHS, anche nel nostro paese, seppur in un contesto totalmente diversificato da quello globale, è necessaria l'unione tra agricoltori e istituzioni per difendere le realtà tipiche, valorizzando l'agricoltura locale, i prodotti tipici e il mantenimento di terreni coltivati.

Nel nostro Paese dal 1960 ad oggi sono andati persi 8 milioni di ettari coltivati, passando da 20,9 milioni agli attuali 12,4. Come sottolinea Emilio Gatto, direttore del Ministero delle Politiche Agricole, è sempre più urgente istituire un marchio del paesaggio che valorizzi i prodotti locali, potendo riconoscere così il valore aggiunto rispetto a quelli industriali, permettendo agli agricoltori di sviluppare le loro filiere. Serve un radicale cambiamento di visione, che ponga l'uomo al centro del contesto agricolo, facendolo diventare l'artefice della conservazione del paesaggio e della biodiversità che deriva da un'agricoltura rurale depositaria di antiche tradizioni.     

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