Se con Giovanni Paolo II Assisi è divenuta 33 anni fa capitale della pace e del dialogo tra le religioni, con Francesco la città del Poverello si appresta a diventare il centro mondiale dell’economia, anzi della “buona economia”, quella inclusiva e con un’anima, ricostruita dalle nuove generazioni. Dal 26 al 28 marzo 2020 il Pontefice incontrerà nel comune umbro imprenditori, ricercatori e dottorandi under 35 per l’evento “The Economy of Francesco” con l’obiettivo di stabilire «un patto» per «cambiare il futuro del mondo».

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Un progetto ambizioso presentato oggi con largo anticipo (ma le richieste di partecipazione e collaborazione sono già numerose), nella Sala Stampa vaticana alla presenza del cardinale Peter Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale che concede il patrocinio.

Tutto nasce da una ferma volontà dello stesso Papa Francesco che ha avuto l’ispirazione durante un colloquio in Vaticano con il vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, e l’economista Luigino Bruni, entrambi oggi al tavolo dei relatori. «Durante il nostro dialogo è nata l’idea di un incontro ad Assisi sull’economia come aveva fatto Giovanni Paolo II con le religioni per la pace», ha spiegato Bruni, ordinario di economia politica alla Lumsa e consultore del Dicastero per laici, famiglia e vita. «Volevamo convocare i leader per qualcosa di analogo». Ma il Papa nel corso del dialogo ha più volte ripetuto: «I giovani mi angosciano, i giovani mi angosciano», sbattendo i pugni sul tavolo, «bisogna fare qualcosa per loro».

Ed è così che si è pensato ad un appuntamento tutto dedicato alle nuove generazioni: «Vogliamo convocare i giovani per un patto – ha spiegato l’economista – chiamiamo, cioè, chi si sta formando per fare l’economia di domani, loro hanno ancora le possibilità di cambiare il mondo». Lo ha dimostrato Greta Thunberg, la sedicenne svedese attivista per il clima, come i ragazzi possono inserirsi nel dibattito culturale del mondo: con Assisi si vuole consolidare una «zona intermedia tra Greta e i potenti».

Nella città serafica non saranno presenti però adolescenti ma circa 500 imprenditori e studenti di dottorato nelle Università cattoliche e laiche di tutta Italia.

Sarà «un evento di studio, di incontro, di confronto, di ricerca», ha spiegato monsignor Sorrentino, sottolineando il fatto che tutto si svolge «in un luogo altamente simbolico come Assisi», città che «da sola è un messaggio» grazie a San Francesco che – ha evidenziato Bruni - «è stato all’inizio di una visione diversa del creato». E oggi «è impensabile immaginare una economia sostenibile che non preveda il rispetto del creato»

Il “Francesco” del titolo richiama infatti sia «il gesto profetico» del Santo che con la spoliazione ha compiuto «non un atto anti-economico, ma un atto di fondazione di un’economia alternativa», sia allude al magistero economico-sociale del Papa argentino. Fin dalla Evangelii gaudium e poi con la Laudato si’, Papa Bergoglio «ha denunciato vigorosamente lo stato patologico di tanta parte dell’economia mondiale, parlando di una “economia che uccide”, e mostrando come essa uccide insieme le persone e l’ambiente, uccidendo così anche il futuro», ha ricordato Sorrentino.

«L’idea di affrontare le sfide dell’economia facendo leva sui giovani ha trovato nel Santo Padre un’adesione entusiasta. I giovani possono fare la differenza. Sono il futuro in tutti i sensi, anche il futuro dell’economia. Un patto con loro è vincente», ha aggiunto il vescovo. Ai giornalisti ha poi raccontato di aver proposto al Pontefice l’idea di una sorta di “Premio”, senza alcuna «concorrenza con il Nobel», da consegnare come «riconoscimento per quanti davvero si distinguono, a livello mondiale, per pratiche degne di una economia ispirata alla fraternità e alla solidarietà».

«Su questo il Papa ci disse che – pur non escludendolo – che non doveva essere la prima preoccupazione. L’importante è il momento formativo e il patto di impegno comune», ha spiegato il vescovo.

Papa Francesco dovrebbe consegnare il riconoscimento il 28 marzo, giornata conclusiva dell’evento, l’unica alla quale è prevista, per ora, la sua presenza. «Da quello che abbiamo percepito, il Papa sarà ad Assisi un solo giorno, e con ogni probabilità sarà il momento conclusivo», ha chiarito il vescovo, «sarebbe bello ma difficile che il Santo Padre sarà presente per tutti e tre giorni e che partecipi a tutti i lavori».

Per Francesco si tratta della quarta visita ad Assisi. Questa volta per un «evento epocale», come lo ha definito la sindaca Stefania Proietti, che ha rilevato come esso coincida «con i 40 anni dalla proclamazione di san Francesco patrono dei cultori dell’ecologia». Sicuramente per la città si tratta di «una sfida enorme», ha detto la prima cittadina, non solo dal punto di vista logistico, considerando i grandi numeri di partecipazione, ma anche per la «coerenza».

«Dovremmo accogliere tante persone, le menti brillanti dell’economia del domani, di chi fa ricerca, e accanto a loro i più grandi economisti e imprenditori mondiali», ha detto Proietti, ma soprattutto «dobbiamo mostrare al Papa che un’altra città sostenibile ed ecologica, dal punto di vista dell’ecologia integrale, è possibile». «È la parte di un percorso ambizioso da affrontare con coraggio», ha affermato la sindaca, «siamo davvero a quel capolinea dal quale dobbiamo tornare indietro senza ripensamenti per una nuova economia basata sulla sfida ambientale. Come unica famiglia umana dobbiamo fermarci davanti al baratro e creare una nuova strada di sviluppo».

Alla conferenza è intervenuto poi padre Mario Gambetti, custode del Sacro Convento di Assisi. «C’era bisogno di uno scatto ulteriore, di qualcuno - e chi meglio del Papa? - che accendesse una scintilla per coagulare attorno al suo messaggio e a quello di Francesco d’Assisi tutti gli uomini di buona volontà», ha detto il custode, assicurando «la disponibilità» di tutte e tre le famiglie francescane a sostenere l’evento. Già sono in corso alcune iniziative del Sacro Convento in preparazione a marzo 2020: Gambetti ha citato la trasmissione “Con il cuore” e “Il Cortile di Francesco”, insieme ad un progetto sulla ecologia integrale realizzato insieme ad alcune università italiane - la Federico II di Napoli, l’Alma Mater di Bologna, il Politecnico di Milano e la Luiss di Roma - attraverso «un’offerta di esperienze e contenuti sui vari modelli di economia, con un appello rivolto ai giovani a mettersi insieme e a tirare fuori, condividendo, quella che per loro è l’economia del futuro».

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