«Non c’è una scuola per diventare evangelizzatori. Ci sono aiuti, ma è una vocazione che avete da Dio: o sei o non sei evangelizzatore. E se tu non hai ricevuto questa grazia, questa vocazione, rimani a casa». Sono le parole che Papa Francesco ha rivolto questa mattina ai missionari del Pime, il Pontificio Istituto Missioni Estere, ricevuti in udienza in Vaticano in occasione del 170° anniversario della fondazione. 

«C’è un pericolo che torna a spuntare, che sembrava superato ma torna a spuntare ed è confondere evangelizzazione con proselitismo», ha sottolineato il Papa nel suo discorso, alternando il testo scritto con frasi a braccio. «Questa confusione è un po’ nata da una concezione politico-economicista della evangelizzazione fra virgolette, che non è evangelizzazione. No. È la presenza lì, che ti domandano perché sei così, e lì annunci Gesù Cristo. Non è cercare nuovi soci per questa “società” cattolica».

Invece «evangelizzazione è testimoniare Gesù Cristo, morto e risorto. È Lui che attrae ed è per questo che la Chiesa cresce per attrazione e non per proselitismo, come aveva detto Benedetto XVI. Questo è evangelizzare», ha affermato il Pontefice. «Evangelizzare è la vocazione e l'identità più profonda» dei missionari che sono «una famiglia di apostoli, una comunità internazionale di sacerdoti e laici che vivono in comunione di vita e di attività». 

Il Papa li ha perciò incoraggiati a «mettere la missione al centro»: «Non temiamo di intraprendere, con fiducia in Dio e tanto coraggio, una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l'evangelizzazione del mondo attuale».

Francesco ha citato anche il Mese missionario che si terrà il prossimo ottobre, il cui obiettivo, dice, è «risvegliare maggiormente la consapevolezza della missio ad gentes e riprendere con nuovo slancio la trasformazione missionaria della vita e della pastorale». «I missionari siano i protagonisti, per rinnovare lo slancio missionario così che tutta la vita, i programmi, il lavoro, le stesse strutture, traggano dalla missione e dalla proclamazione del Vangelo linfa vitale e criteri di rinnovamento».

Ad introdurre l’udienza con il Papa è stato il superiore generale del Pime, padre Ferruccio Brambillasca, che, in carica dal 2013, la scorsa settimana è stato eletto per un secondo mandato. L’assemblea generale ha eletto anche i suoi quattro consiglieri: padre Fabio Motta, dalla missione della Guinea Bissau; padre Xavier Lourdh, dalla missione del Giappone; fratel Massimo Cattaneo, dalla missione del Bangladesh; padre Raffaele Manenti, già missionario in India e in Thailandia, al momento direttore spirituale nel seminario teologico del Pime.

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