«Poiché dobbiamo far fronte a sfide globali sempre più complesse, è giusto sottolineare l’importanza della fraternità, per adoperarci insieme ad assicurare che una equa e pacifica convivenza non sia soltanto una mera strategia socio-politica, ma un esempio di quella solidarietà che va più a fondo rispetto a un reciproco desiderio di raggiungere un obiettivo condiviso». Così Papa Francesco ricevendo gli ambasciatori di Thailandia, Norvegia, Nuova Zelanda, Sierra Leone, Guinea, Guinea Bissau, Lussemburgo, Mozambico ed Etiopia in occasione della presentazione delle Lettere credenziali, sottolinea l’«alta responsabilità» nella protezione «dei più vulnerabili tra i nostri fratelli e sorelle».

«L’urgente necessità di essere attenti ai più poveri dei nostri cittadini è un chiaro dovere, che si esprime in modo eloquente quando, nel rispetto delle legittime diversità, ci uniamo nel promuovere il loro sviluppo umano integrale. Questa unione ha un nome concreto: fraternità!», ha detto il Pontefice che ha precisato come tale fraternità si possa riconoscere «nell’universale desiderio di amicizia tra persone, comunità e nazioni, sebbene non possa mai considerarsi assicurata una volta per sempre».

«Tra le più grandi minacce al vivere insieme in armonia vi sono la violenza e i conflitti armati», ha detto Papa Francesco. «Tuttavia, la dolorosa lezione della divisione e dell’odio ci insegna anche che la pace è sempre possibile. La risoluzione dei conflitti e la riconciliazione sono segni positivi dell’unità che è più forte della divisione e della fraternità che è più potente dell’odio». Per il Papa «è molto incoraggiante assistere agli sforzi in atto nella comunità internazionale per superare situazioni di conflitto armato e creare percorsi di pace, e vedere come il dialogo fraterno sia indispensabile per raggiungere questo prezioso traguardo».

Il Papa ha concluso citando il “Documento sulla Fratellanza umana”, firmato ad Abu Dhabi il 4 febbraio scorso col grande imam di Al-Azhar e rimarcando come «davvero il dialogo, la comprensione, la diffusione della cultura della tolleranza, dell’accettazione dell’altro e della convivenza tra gli esseri umani contribuirebbero notevolmente a ridurre molti problemi economici, sociali, politici e ambientali che assediano gran parte del genere umano».

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