Il giorno dopo è meglio del giorno prima per Matteo Salvini, forte di quel 34,5% dei voti che raddoppia il peso della Lega in Europa come in Italia. Di toccare gli equilibri di governo non se ne parla: «Ci siamo messaggiati nella notte con Di Maio. Ci sentiremo oggi. Il governo va avanti. Ce lo chiedono gli italiani. La somma dei nostri due partiti al governo supera il 50%. Il contratto di governo non è in discussione». Ma si capisce che ora i giochi sono diversi. E Matteo Salvini, camicia bianca, due ore di sonno dichiarate, un sorriso che lo ripaga di tutti gli attacchi come dice, è una persona diversa sotto al tendone di via Bellerio.

Ufficialmente è «solo» il vicepremier e il ministro dell’Interno. Ma che dal Viminale ci si occupi solo di migranti e sicurezza appartiene al passato. Assicura Matteo Salvini, con parole che dovrebbero scuotere il premier Giuseppe Conte e i ministri dell’economia, di voler riscrivere la manovra economica direttamente al Viminale: «Voglio fare per l’economia quello che ho fatto per il ministero dell’Interno. Inviterò al Viminale i vertici dell’imprenditoria e delle categorie produttive. Ho alle spalle 9 milioni di italiani che hanno votato la Lega e ci danno fiducia».

Al primo posto della sua agenda ci sono quei punti del contratto rimasti nel pantano del governo. Il lavoro al primo posto. La riduzione fiscale al secondo. E poi la Tav, le Grandi opere, tutti i dossier su cui Luigi Di Maio e i 5 Stelle hanno fatto più che opposizione in queste settimane. Senza dimenticare l’autonomia regionale che a questo punto, avendo la Lega saldamente in mano Friuli, Veneto, Lombardia e da oggi pure il Piemonte, sembra difficile che non possa essere attuata.

E poi c’è il grande capitolo dell’Europa che Matteo Salvini sogna di rivoltare come un calzino. «Da oggi siamo a Bruxelles a definire quello che sarà il nuovo gruppo. Spero in 100-150 parlamentari. Del resto la Lega è prima in Italia, Marine Le Pen prima in Francia, Nigel Farage primo in Gran Bretagna, Victor Orban primo in Ungheria e Jaroslaw Kaczynski è primo in Polonia». Una massa di deputati quasi senza precedenti in Europa che consente a Matteo Salvini di guardare molto avanti: «Vogliamo costruire un’Europa sui diritti. Gli italiani hanno dato mandato a me e al governo di rivedere i parametri economici della Ue».

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