«Non sono mai scappato dai miei doveri e se c’è qualcosa da cambiare nel MoVimento lo faremo. Chiedo di mettere al voto degli iscritti su Rousseau il mio ruolo di capo politico, perché è giusto che siate voi ad esprimervi. Gli unici a cui devo rendere conto del mio operato». Lo scrive Luigi Di Maio, sul blog delle Stelle, a due giorni dal deludente risultato elettorale che ha visto il M5S ridimensionato soprattutto al Nord.

Intanto, è durato due ore a Palazzo Chigi l’incontro tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, dopo le dichiarazioni del premier da Bruxelles, in cui chiedeva al suo vice piena fiducia, altrimenti sarà crisi. E subito dopo il premier è entrato a un incontro con l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, sempre a Palazzo Chigi.

«La diffusione di dichiarazioni che discutono della delusione scaturita dalle urne, come se fosse un calo delle vendite per una multinazionale, è un ferita per me» scrive Beppe Grillo su blog. «Luigi non ha commesso un reato, non è esposto in uno scandalo di nessun genere. È già eccessiva questa giostra di revisione della fiducia. Deve continuare la battaglia che stava combattendo prima».

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Le votazioni saranno aperte dalle 10 alle 20 di domani 30 maggio su Rousseau. «La vita, per ognuno di noi, è fatta di diritti e doveri. Non scappa nessuno. Non mi sono mai sottratto ad alcuna responsabilità, in questi anni ci ho sempre messo la faccia. A differenza di alcuni, ma assieme a tanti anche di voi, sono sei anni che non mi fermo e credo di aver onorato sempre i miei doveri, rendendone sempre conto a tutti gli iscritti e gli attivisti del MoVimento» ha spiegato. Per stasera è annunciata un’assemblea: «Stasera analizzeremo l’esito del voto europeo insieme a tutti i parlamentari, in occasione dell’assemblea congiunta. Nei prossimi giorni farò altrettanto con i neo parlamentari europei, con i consiglieri regionali e una rappresentanza dei consiglieri comunali e con i sindaci», ha aggiunto.

Nel MoVimento, il regolamento di conti si allarga, ovviamente social, dopo che il senatore Gianluigi Paragone ha dichiarato che non è un’eresia staccare la spina al governo e che Di Maio ha fatto male non solo come leader, anche come ministro. «Siccome non voglio passare per traditore, consegnerò le mie dimissioni da parlamentare a Di Maio, sarà lui a decidere cosa farne», ha aggiunto Paragone. Per queste esternazioni, il padre di Di Battista chiede la sua espulsione a mezzo Facebook: «Ingrati e traditori, sarete paragonati a Giuda», ha scritto Vittorio Di Battista.

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