Gli orrori dell’occupazione nazista, della guerra e della Shoah visti dagli occhi dei nonni e raccontati con le parole e le emozioni dei loro nipoti. Uno scambio generazionale che ha coinvolto oltre duecento studenti della scuola media Calvino, all’interno dell’istituto comprensivo Niccolò Tommaseo, che hanno intervistato genitori e nonni, raccolto documenti fotografici e testimonianze scritte che da ieri fanno parte di un E-book il cui titolo è «Memorie di famiglia».

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Un progetto che ha mosso i primi passi più di un anno fa su proposta della comunità ebraica torinese. «È un esempio di come si possa rendere la Storia concreta e viva utilizzando i racconti di chi è più vicino ai ragazzi e richiamando le loro radici famigliari – spiega la dirigente scolastica Lorenza Patriarca –, in questo modo le testimonianze dei nonni hanno un potere evocativo impareggiabile». Così i custodi di quello che è stato sono loro, gli studenti. Come Elena Bolla, che intervistando la nonna ricorda il bombardamento su Torino il 13 luglio del 1943: quel giorno furono distrutti l’appartamento e il negozio di famiglia in via Po 32. Un altro studente, Umberto Fucini, scrive: «Mio nonno Lorenzo ricorda che i soldati tedeschi avevano occupato la casa della famiglia e che vedevano le armi dei soldati appoggiate sui comodini. Tutti erano terrorizzati e i bambini vennero messi a dormire per terra».

I bombardamenti, i bagliori accecanti e il frastuono che rimaneva nelle orecchie molto dopo la fine degli attacchi. Ma c’è anche spazio per le belle storie, quelle che salvano la vita. Beatrice Benussi racconta quella del prozio Manlio Cassone, ufficiale dell’esercito italiano che fu deportato nel lager di Buchenwald: «Riuscì a salvarsi grazie all’aiuto di una giovane contadina che, impietosita, ogni tanto gli dava un uovo di gallina. Definiva questa contadina “la differenza fra la vita e la morte” perché senza di lei non sarebbe tornato vivo dalla sua famiglia».

Cecilia e Chiara Barilà hanno intervistato il prozio: «Durante la guerra fu ucciso suo cognato, un partigiano nella zona di Alba. Prima di morire scrisse un biglietto ai genitori dicendo «Mamma e papà sto per essere fucilato, ci rivedremo in paradiso».

E poi, i ricordi all’arrivo dei soldati americani che, nelle ore successive alla liberazione dai nazisti, distribuivano caramelle per le strade. Voci, lettere, diari e interviste fatte dagli studenti sono raccolti nell’E-book che è possibile consultare sul sito web dell’Istituto Tommaseo.

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