«Le periferie sono state praticamente abbandonate. Questo è un quartiere che conosco bene, con determinate esigenze sociali e umane: far sparire una scuola significherebbe farlo morire. Non può essere accettato: la scuola appartiene alla comunità, non al ministero». E’ duro l’attacco di monsignor Cesare Nosiglia, che ieri in via San Remo, a Mirafiori Nord, ha manifestato il suo sostegno ai genitori degli alunni della scuola Vidari. L’arcivescovo di Torino ha accolto l’invito di mamme e papà quando ha saputo che per la prima volta, nell’elementare a borgo Cina - l’unica in questo angolo multietnico di quartiere - a settembre non si formerà la classe prima a causa del ridotto numero di iscritti. Per l’istituto potrebbe essere l’inizio della fine: «Si dicono tante parole sulle periferie, anche per attirare audience. Poi, invece di valorizzarle, si toglie una scuola e si dà una mazzata al quartiere - ha proseguito Nosiglia - . Bisogna ascoltare la gente e rivedere questa decisione». Dopo l’attacco di don Paolo Fini, parroco della Gran Madre, che si lamentava per un ascensore guasto che il Comune ritardava a riparare, ecco un altro j’accuse dal mondo religioso. Questa volta nel mirino c’è il Miur e non il Comune, ma poco cambia: l’obiettivo sono sempre le istituzioni, accusate di non prestare attenzione ai bisogni del territorio.

GUARDA IL VIDEO: Nosiglia: “Le periferie sono state abbandonate”

Anche il parroco del quartiere, don Alberto Savoldi, è partito all’attacco in quella che ieri, prima in via San Remo e poi nell’oratorio della parrocchia Gesù Redentore, si è trasformata in una festa, tra palloncini e canti intonati da Nosiglia con i bambini. «Le istituzioni non sono state capaci di riconoscere la dimensione strategica di questa scuola», ha detto il parroco, di fronte a genitori ed ex insegnati, più di un centinaio, radunatisi con i rappresentanti delle associazioni del territorio (come Sportidea Caleidos, tra le più attive in questa battaglia) e della Circoscrizione 2 (c’erano la presidente Bernardini e il coordinatore Camarda). Il punto è che quest’anno gli iscritti alla Vidari sono 15. Sono due in più dell’anno scorso, ma da pochi mesi l’elementare fa parte dell’istituto comprensivo di Via Collino. I conti si fanno sommando gli iscritti delle due scuole: e proprio in via Collino, alla Mazzarello, il numero si è ridotto. Per questo, da settembre, i bimbi di Borgo Cina dovranno spostarsi a un chilometro e mezzo di distanza. Un guaio per mamme e papà, in un territorio fra i più fragili della città: molte famiglie sono senza auto, altre hanno più figli e faticherebbero a barcamenarsi fra due istituti. «Non hanno voluto ragionare: invece di ascoltarci l’hanno buttata in rissa», ha arringato don Savoldi, facendo riferimento a un incontro, tenutosi il 7 maggio negli uffici dell’istituto scolastico provinciale (e ottenuto dopo aver raccolto 649 firme), a cui - con i genitori - parteciparono il dirigente Suraniti, l’assessora comunale Di Martino e la referente della Città Metropolitana Azzarà: «E allora lanciamo un’altra petizione», ha proposto Nosiglia. Ieri sera mamme e parroco hanno iniziato a prepararla.

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

I commenti dei lettori