Invita ad abbracciare la «cultura dell'incontro, dove nessuno è scartato né etichettato». Incoraggia a uscire dalle proprie chiusure. E avverte: senza gioia la fede vacilla. Sono i messaggi dell’omelia di papa Francesco nella cattedrale cattolica di San Giuseppe, a Bucarest, al termine del primo dei tre giorni di visita in Romania. Il Pontefice torna anche a spendere parole sulle donne, sottolineando che non temono di «rimboccarsi le maniche», sanno sperare «contro ogni speranza».

Il Vescovo di Roma arriva nella cattedrale cattolica, consacrata nel 1884, in sono custodite anche alcune reliquie di papa san Giovanni Paolo II. Secondo gli organizzatori della Chiesa locale sono presenti all'interno circa 1.200 persone, e nell'area all'esterno oltre 25mila.

Il Papa mette in evidenza un altro aspetto dell'importanza delle donne: «Contemplare Maria ci permette di rivolgere lo sguardo a tante donne, madri e nonne di queste terre che, con sacrificio e nascondimento, abnegazione e impegno, plasmano il presente e tessono i sogni del domani. Donazione silenziosa, tenace e inosservata, che non teme di "rimboccarsi le maniche” e caricarsi le difficoltà sulle spalle per portare avanti la vita dei propri figli e dell'intera famiglia sperando "contro ogni speranza”». 

Occorre abbracciare la «cultura dell’incontro - ribadisce una sua consueta esortazione - dove nessuno è scartato né etichettato, al contrario, dove tutti sono ricercati, perché necessari, per far trasparire il Volto del Signore». Quando questo accade, Dio «arriva e compie prodigi nel suo popolo. Perché è lo Spirito Santo Colui che ci incoraggia a uscire da noi stessi, dalle nostre chiusure e dai nostri particolarismi, per insegnarci a guardare oltre le apparenze e regalarci la possibilità di dire bene degli altri - “benedirli” - specialmente di tanti nostri fratelli che sono rimasti esposti alle intemperie, privati forse non solo di un tetto o di un po' di pane, ma dell'amicizia e del calore di una comunità che li abbracci, che li protegga e che li accolga».

Mette l’accentro il Papa: «Cultura dell'incontro che spinge noi cristiani a sperimentare il miracolo della maternità della Chiesa che cerca, difende e unisce i suoi figli».

Poi ammonisce: «Senza gioia restiamo paralizzati, schiavi delle nostre tristezze» e anche «la fede vacilla». Osserva il Papa: «Spesso il problema della fede non è tanto la mancanza di mezzi e di strutture, di quantità, nemmeno la presenza di chi non ci accetta; il problema della fede è la mancanza di gioia. La fede vacilla quando ci si barcamena nella tristezza e nello scoraggiamento». Quando si vive «nella sfiducia, chiusi in noi stessi, contraddiciamo la fede, perché anziché sentirci figli per i quali Dio fa grandi cose, rimpiccioliamo tutto alla misura dei nostri problemi e ci dimentichiamo che non siamo orfani: abbiamo un Padre in mezzo a noi, salvatore potente».

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