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Cronaca

Caporalato in tribunale il racconto dei braccianti immigrati

Nell'aula del tribunale di Latina sfilano i testimoni legati all'inchiesta Commodo sullo sfruttamento del lavoro

Caporalato in tribunale il racconto dei braccianti immigrati

L'aula al primo piano dove si tengono le udienze difficili del gup sembra l'atrio della sezione lavoro. E' in corso l'incidente probatorio che prevede l'audizione delle vittime della prima indagine per caporalato portata a termine dalle Procura di Latina e che il 17 gennaio ha fatto registrare l'arresto di sei persone cui si sono aggiunti due indagati la scorsa settimana.

In fila e in attesa di essere chiamati ci sono una decina di braccianti agricoli e i loro interpreti, chiamati a spiegare cosa succedeva nelle campagne tra Latina e Sezze e in cosa consisteva il loro rapporto di lavoro con la cooperativa «Amici» che, secondo gli inquirenti, non era un'azienda agricola e non aveva bisogno di personale, bensì si trattava di un'agenzia di somministrazione di lavoratori sottopagati, sfruttati, affidati appunto a caporali.
Il giudice delle indagini preliminari, La Rosa, ha ascoltato otto persone e la scelta di sentirli è dovuta alla necessità di cristallizzare le loro dichiarazioni. Molte delle vittime dello sfruttamento, infatti, sono lavoratori precari, immigrati e potrebbero sparire in qualche modo, andare via, cambiare città, Paese, tornare nelle nazioni d'origine portando con loro la prova delle accuse che tengono in piedi l'inchiesta e il processo che ne potrà scaturire.

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