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Trento

Forza Italia, Bezzi interroga la Provincia: “Perché buttare milioni per far chiudere le virtuose piccole stalle”

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Il consigliere provinciale Giacomo Bezzi (Forza Italia) ha presentato in conferenza stampa una interrogazione che ha sottoposto, come segue, al presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi.

L’Indennità Compensativa (misura 13.1.1 del Piano di Sviluppo Rurale 2014 – 2020 della Provincia Autonoma di Trento) è, da oltre 20 anni, una delle più importanti misure di sostegno all’attività agricolo / zootecnica del territorio Trentino, territorio per il quale è stata attivata in ragione delle sue evidenti difficoltà geo-morfologiche, che ne rendono particolarmente onerosa e meno redditizia la coltivazione.

Gli obiettivi dichiarati per questo tipo di intervento e riportati nel documento del PSR sono:

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-compensare le difficoltà di conduzione e il minor reddito delle imprese agricole derivanti dagli svantaggi naturali delle zone di montagna;

-supportare la popolazione rurale, il mantenimento del paesaggio rurale e un’agricoltura estensiva e rispettosa dell’ambiente a basse emissioni di carbonio (cioè un allevamento con un basso numero di UBA (unità bovine adulte – capi adulti) allevati per ettaro di superficie foraggiera disponibile).

La categoria degli allevatori, già messa a dura prova dai ritardi dei pagamenti relativi ai fondi per l’agricoltura (premi PSR e titoli PAC) è costretta a fare affidamento su queste entrate per un ordinario, positivo e regolare percorso delle proprie aziende.

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L’attenzione del presente atto vuole però porre l’accento su un’altra questione che di fatto penalizza le piccole stalle e quindi indirettamente l’ambiente, rispetto alle realtà trentine con numeri di capi di bestiame maggiori e simil-padani: l’applicazione dei requisiti riferiti all’Operazione 13.1.1 – Indennità compensativa del PSR 2014-2020 (PSR in corso) ed il loro confronto con l’applicazione di quelli che erano previsti per il PSR 2007-2014 (vecchio PSR). Il tutto attraverso l’analisi oggettiva dei risultati, ossia l’analisi dei pagamenti reali (oggi finalmente possibile in quanto sono state saldate in questi giorni parecchie domande di competenza 2016 e 2017).

Per chiarire come si sia arrivati a sfavorire le piccole stalle, si devono quindi confrontare (vedi tabella seguente) i requisiti previsti dal PSR corrente con quelli applicati per quello vecchio, al fine di permettere l’accesso degli allevatori a questa misura che, essendo una misura a superficie, apporta premi comunque gradualmente più importanti man mano che aumenta la dimensione aziendale.

La seguente tabella riporta, per gli ultimi due PSR (vecchio e corrente), le condizioni di ammissibilità ai premi per le stalle ed i limiti (tetto massimo) agli importi percepibili da ogni singola stalla per l’indennità compensativa.

PSR 2007-2013 (vecchio PSR) PSR 2014-2020 (PSR corrente)
Esclusione dal percepire l’indennità compensativa per le aziende che presentano carichi di bestiame allevato oltre le 3 UBA (capi adulti allevati) per ettaro di colture foraggiere.

 

Esclusione dal percepire l’indennità compensativa per le aziende che presentano carichi di bestiame allevato oltre le 4 UBA (capi adulti allevati) per ettaro di colture foraggiere.
Importo massimo percepibile per stalla di 21.000,00 Euro Nessun tetto massimo all’importo percepibile.

In virtù di questi nuovi parametri si è ampliata la platea dei beneficiari, fatto per cui hanno ottenuto il diritto ad incassare il premio anche alcune aziende che non avevano diritto col vecchio PSR perché con carico superiore ai 3 UBA per ettaro e pertanto considerate allora troppo impattanti dal punto di vista ambientale. Trattasi di allevamenti tendenzialmente grandi e che quindi assorbono importi di indennità compensativa notevoli. Se questa “benevolenza” verso le aziende più impattanti è stata decisa in fase di programmazione, in fase di pagamento sono state applicate poi importanti decurtazioni lineari al budget globale di questa e di altre importanti misure (dette agroambientali), in nome della ormai generale insufficienza delle risorse.

Si sono quindi confrontati i pagamenti reali di indennità compensativa ottenuti da un campione di aziende di varia dimensione negli anni 2104 (vigente il vecchio PSR) e negli anni 2015-2016-2017 (vigente il PSR corrente). Il campione analizzato evidenzia che mentre gli allevamenti grandi hanno mantenuto e anzi migliorato col nuovo PSR anche di molto gli importi incassati rispetto a quanto incassato nel 2014 (max 21000 euro), per le aziende di media e piccola dimensione, in virtù dei tagli lineari, gli importi sono calati e la percentuale di riduzione sembra tanto più forte quanto più piccolo è l’allevamento. In pratica l’effetto dell’eliminazione del tetto massimo e dell’allargamento della platea dei beneficiari alle stalle più grosse, combinato con gli importanti tagli lineari (dovuti alla limitatezza dei budget), ha di fatto penalizzato fortemente le stalle piccole, ossia quelle meno impattanti, con i carichi di bestiame più bassi e quelle che fanno gratuitamente “grande” l’immagine del nostro salubre e turisticamente attrattivo Trentino.

Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per sapere:

 

  1. di quali strumenti di verifica degli effetti delle politiche applicate in agricoltura sia dotata la Provincia e quali siano i risultati evidenziati delle analisi eventualmente svolte a riguardo;
  2. numero e dimensione, in termini di vacche da latte presenti o di produzione di latte annua, degli allevamenti che per effetto dell’innalzamento del numero di UBA per ettaro previsto dal nuovo PSR 2014-2020, percepiscono l’indennità compensativa di cui all’operazione 13.1.1;
  3. l’entità delle risorse totali e liquidate per azienda sull’operazione 13.1.1 del PSR 2014-2020, in relazione agli allevamenti al punto 2;
  4. la motivazione per cui si sia deliberato di non prevedere nel PSR corrente, alcun limite massimo all’importo percepibile per azienda con l’indennità compensativa;
  5. la motivazione per cui si sia deliberato di estendere l’accesso all’indennità compensativa agli allevamenti con carico di bestiame superiore a 3 UBA/ha di colture foraggiere fino ad un massimo di 4 UBA/ha, che ha di fatto dirottato importanti risorse verso una zootecnia più intensiva;
  6. la motivazione per cui le decurtazioni abbiano interessato anche le misure dette “agro ambientali”, misure particolarmente importanti per la tutela del patrimonio ambientale del Trentino;
  7. sembrerebbe invece che la decurtazione non sia stata applicata in nessuna misura alla domanda unica (valore dei titoli PAC) per la quale anzi, con delibera 978 del 8.6.2015 si sono facilitate le condizioni per far accedere al contributo anche superfici di pascolo dal punto di vista tecnico decisamente sottocaricate, si chiede quale sia la motivazione di tale scelta;
  8. se la se la situazione creatasi sia frutto di un errore di sottovalutazione/leggerezza tecnica, o sia frutto di un disegno di cui il cittadino comune che paga le tasse non riesce a capire le motivazioni.
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