Trento
Il presidente Fugatti in commissione: «Meno assistenzialismo per gli immigrati e più aiuti ai Trentini». Ma Rossi è contrario
La Prima commissione si è insediata ieri sera e si è messa subito al lavoro per esprimere il parere sulla delibera della Giunta Fugatti sui dirigenti e l’organizzazione delle strutture della Pat.
Delibera, anticipiamo subito, che ha avuto parere positivo dei componenti della maggioranza; uno negativo, quello di Paolo Ghezzi di Futura e due astensioni: di Giorgio Tonini del Pd e di Ugo Rossi del Patt.
Ma veniamo alla composizione della Prima, l’unica con nove componenti, cioè Claudio Cia di Agire per il Trentino, Mara Dalzocchio, Ivano Job, Alessandro Savoi della Lega, Paolo Ghezzi di Futura 2018, Alex Marini del Movimento 5 stelle, Ugo Rossi del Patt, Giorgio Tonini del Pd e Mattia Gottardi della Civica Trentina che è stato eletto presidente con 6 sì e tre bianche. Vice è Paolo Ghezzi, eletto con 5 voti e 4 bianche; segretaria Mara Dalzocchio 6 favorevoli e tre bianche.
La prima seduta della Commissione è stata caratterizzata da un lungo dibattito, non privo di spunti polemici, sulla delibera con la quale il Presidente Fugatti ha impostato i vertici della struttura provinciale.
Lo scontro fra Fugatti e Rossi è stato sul dopo Fedrigotti, il dirigente che nella legislatura del centro sinistra era a capo del dipartimento delle politiche sociali
Una delibera, ha affermato il Presidente, che si è voluta fare in tempi brevi ed è stata sottoposta al parere della Prima Commissione all’avvio dei suoi lavori, perché l’obiettivo è di far partire a pieno ritmo la macchina Pat con il primo gennaio.
Una riorganizzazione, ha detto ancora Fugatti, che è stata improntata ad un principio: l’omogeneità tra le strutture e le competenze degli assessorati.
Tenendo conto, ha ricordato, che la legge impone il limite di dieci dipartimenti.
Un concetto, questo dell’aderenza delle competenze dei dirigenti generali con quelle degli assessori, sul quale Fugatti ha insistito molto, anche per evitare che questi ultimi debbano confrontarsi, come in passato, con più dirigenti generali.
Le 5 unità di missione strategica, ha spiegati rispondendo ad una domanda di Alex Marini, sono improntate invece ad una maggiore trasversalità tra gli assessorati.
Il confronto con l’opposizione è stato serrato principalmente su due punti: la trasformazione del dipartimento rapporti istituzionali e attività legislativa in Unità di missione strategica, diretta da Fabio Scalet; e sul Dipartimento salute e politiche sociali con il bando per la scelta del suo futuro dirigente.
Partendo da quest’ultimo punto, la polemica è stata innescata da un affermazione che Fugatti ha fatto rispondendo ad una domanda di Paolo Ghezzi.
Il consigliere di Futura ha chiesto al Presidente della Giunta il perché è stato tolto dal nome del Dipartimento il termine solidarietà sociale. Se, insomma, questa scelta avesse una motivazione politica. Fugatti ha risposto che sì, si tratta di una scelta politica che significa: meno assistenzialismo per i non trentini e più attenzione per le difficoltà dei trentini.
E ha aggiunto che il dirigente di questo dipartimento, che verrà scelto con un bando al quale potranno accedere solo figure esterne all’amministrazione Pat, dovrà avere questo tipo di sensibilità. “Vogliamo un dirigente – ha detto Fugatti – che abbia una visione meno assistenzialista soprattutto per i non trentini, ma che sia più attento alle difficoltà dei trentini”.
Affermazione, che è stata subito definita gravissima e al limite dall’incostituzionalità da Rossi, e che ha aperto una lunga schermaglia.
L’ex presidente della Giunta è intervenuto più volte per affermare che i dirigenti si devono scegliere per la loro professionalità e non in base alla loro sensibilità politica, e ha preannunciato interrogazioni nelle quali chiederà quali siano i pareri dei dirigenti nei riguardi delle politiche della Giunta.
Anche Ghezzi ha definito allarmanti le affermazioni del Presidente e, nel merito, ha motivato il suo parere negativo alla delibera perché l’abolizione del termine solidarietà per favorire i trentini (ricordo, ha detto, che non trentini sono anche i lombardi, i veneti…) non ha senso se non in una visione pericolosa.
Claudio Cia, a difesa di Fugatti, ha affermato che le scelte della Giunta Rossi sono state più volte di carattere politico e non tecnico. Insomma, un botta e risposta polemico che si è chiuso quando Maurizio Fugatti, respingendo le accuse di voler dirigenti politicamente allineati, ha detto: “il futuro dirà se questa amministrazione ha scelto le persone in base alle competenze o in base alla simpatia politica e poi faremo qualche confronto col il passato. Magari ci saranno sorprese”.
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