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Italia ed estero

Tratta di esseri umani e di organi, Fbi indaga in Italia sulla mafia nigeriana

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Le indagini tracciano un inquietante filo che da Benin City, arriva fino alla costa casertana passando da Usa e Canada.

Alcune inchieste, in particolare, risultano seguite dall’Fbi e dalla nostra polizia: le scoperte, evidenziano come dietro il fenomeno migratorio dalla Nigeria si nasconda il traffico di donne vendute come schiave sessuali o di esseri umani uccisi per alimentare il traffico d’organi. 

L’inchiesta sta diventando gigantesca e vede impegnati molti agenti dell’FBI insieme alla polizia italiana di Caserta, Roma, Palermo e Torino.

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Le indagini dei federali statunitensi si stanno concentrando a  Castelvolturno per la tratta di esseri umani e il traffico di organi gestiti dalla mafia nigeriana.

Schiave provenienti dall’Africa e dirette nelle città italiane.

Dai contorni ancora poco chiari il filone sul traffico di organi. La task force internazionale sarebbe in campo dal luglio scorso.

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L’FBI arriva in Campania dopo l’analisi dei flussi di denaro anomali dei criminali nigeriani negli States. Secondo l’inchiesta, il denaro proveniente dal traffico di stupefacenti in Europa per conto dei boss nigeriani americani viene investito per finanziare la tratta di esseri umani, pagando scafisti, accompagnatori. E corrompendo funzionari.

Secondo l’inchiesta, il denaro (proveniente dai traffici di stupefacenti gestito in Europa dalla mafia nera per conto dei boss che vivono in America) viene investito per finanziare la tratta di esseri umani, pagando scafisti e accompagnatori e corrompendo funzionari.

E quando i poveracci che finiscono nelle mani dei trafficanti arrivano in Italia, invece di una vita di speranza inizia l’incubo: le ragazze, nascoste in case abusive della costa casertana, vengono avviate alla prostituzione a suon di pugni, calci, stupri e riti voodoo; le più belle sono quindi mandate nei bordelli del nord Europa, mentre le altre restano sulla via Domiziana fino a quando non riescono – se riescono – a ripagare il “debito” contratto con la mafia nigeriana, che si aggira tra i 15 e i 20mila euro a testa.

Ma oltre alla prostituzione c’è un orrore più grande: il traffico di organi, un mondo nel quale ancora gli investigatori non sono riusciti a fare luce.

Quel che è certo è che il fenomeno esiste, ma in che termini non si sa di preciso: secondo alcune inchieste del 2010, riferisce Il Messaggero, un rene costa ad esempio 60mila euro.

Resta da chiarire quante persone vengano rapite a questo scopo, dove finiscano, se transitino anche dall’Italia o meno.

Quando si pensa alla Nigeria, viene in mente Lagos e la sua enorme cinta urbana che ne fa una delle città più popolose del continente nero.

Ed in effetti il soprannome di “grande mela d’Africa” fa ben capire come la metropoli sia la capitale economica del Paese.

Ma poco più ad est, c’è un’altra città importante sotto il profilo culturale il cui nome lo si confonde spesso con uno degli Stati che confina con la Nigeria: Benin City.

Affacciata, o quasi, sull’oceano ed a pochi passi dal grande fiume Niger, Benin City è invece una delle capitali culturali del paese africano.

Si tratta dell’antica Edo, capitale del grande regno del Benin, che nella fase di massima espansione risulta situato in tutta l’attuale Nigeria e non solo. Per tal motivo, Benin City è la città da cui derivano molte delle più famosi espressioni culturali della Nigeria. A questo però, fa da contraltare una difficile situazione economica, una povertà ed un disagio sociale molto diffusi che fanno di Benin City anche una capitale della criminalità organizzata nigeriana.

 

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