Trento
Covelo: lite condominiale trasformata in episodio razzista, smontata l’ennesima bufala
In Trentino si discute sull’opportunità di cacciare o meno orsi e lupi, ma l’unica stagione venatoria iniziata senza referendum e dibattiti è quella della bufala… dell’atto razzista.
È il caso di dire insomma che ci risiamo.
L’ultima in ordine di tempo è quella di Covelo dove quella che qualche anno fa sarebbe stata archiviata come lite condominiale oggi, grazie ad una stampa schierata e consenziente, è diventato un gravissimo atto razzista.
La caccia alla bufala è iniziata alla vigilia delle elezioni provinciali e da allora non è mai stata chiusa.
Molti i colpi andati a vuoto, ma nessuno è riuscito a portare a casa la preda semplicemente perché i casi erano montati su situazioni inesistenti e sono durati solo il tempo necessario perché si sgonfiassero da soli.
Tant’è che oggi nessuno ne parla nemmeno più.
Ripercorriamo i casi più eclatanti della caccia alla bufala.
A ottobre due sconosciuti alle 21 fanno cadere un giovane indiano che attraversava l’incrocio tra Corso Buonarroti e Via Lampi.
«Stranamente» sembrano mancare i testimoni, ma immediato è l’intervento di condanna da parte di UDU e UniTIN e la “notizia” ha tenuto banco per alcuni giorni.
Se la caduta in bicicletta è stata il 17 ottobre, il giorno dopo una studentessa trentina denuncia che a bordo del Flixbus della linea Trento – Roma una signora che avrebbe allontanato il vicino di poltrona, dicendogli più o meno “Qui no, vai via. Sei di un’altra religione, vai in fondo”.
La discussione sarebbe degenerata fino all’arrivo della Polizia, ma anche di questo episodio se ne è persero le traccie, soprattutto dopo che lo stesso capo della Mobile Ascione ha smentito l’accaduto.
In quell’episodio sarà stata una coincidenza ovviamente del tutto fortuita, ma guarda caso il 21 ottobre si andava a votare e l’urlare al «razzista» avrebbe fatto buon gioco.
E da allora la bufala ha continuato a pascolare tranquilla fino a dicembre quando è stata richiamata per un caso di razzismo al Mercatino di Natale.
Anche quella volta dopo tanto parlarne, il silenzio è arrivato inesorabile.
La scorsa settimana ecco la lite condominiale di Covelo che finisce perfino nella locandina di un quotidiano come grave atto di razzismo, ripresa manco a dirlo da tutti gli altri media copioni schierati con la sinistra caduta in disgrazia e i centri sociali.
I termini della discussione saranno stati anche accesi, le parole usate inappropriate, ma concediamoci una considerazione.
Il caso è stato raccontato basandosi unicamente sulla versione data dalla parte offesa: nessuno si è preso la briga di parlare con la controparte.
E lo stesso è successo negli altri episodi nei quali c’era una controparte, si può parlare di informazione corretta?
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