Bufala Covelo, parla l’accusata: «Io aggredita con il bastone, altro che razzismo»

Pubblicità

“Ma se mi fossi trovata in Africa e mi avessero detto “ bianca torna in Italia” sarebbe stata un’offesa razzista ? Per me no.”

“Abbiamo avuto una violenta discussione nata dall’osservanza del regolamento condominiale e le ho detto che se non le andava bene, poteva tornare in Congo”.

E’ la posizione della cinquantaduenne barista di Covelo accusata di offese razziste nei confronti di Josephine Tomasi al centro di un contestato episodio.

Attiva/Disattiva audio qui sotto

Pubblicità

“Tra l’altro se lei si considera trentina non può sentirsi offesa da quanto ho detto, o piuttosto si è trentini o stranieri a secondo della convenienza del momento?”

Ci spiega cos’è successo?

“Nel condominio c’è un ascensore molto rumoroso e quindi abbiamo messo nel regolamento condominiale il divieto di utilizzo dopo le 23. Josephine una notte di dicembre rientra verso le due di notte ed inizia ad andare su è giù con l’ascensore, trascina le valige, porta in casa i pellets per la stufa, le nipotine urlano per le scale; sveglia tutto il condominio. In quei giorni facevo il Mercatino di Natale in val di Sole e mi dovevo alzare presto, sono uscita sul pianerottolo per dire che smettessero. Sono stata aggredita verbalmente, suo cognato mi ha ripreso in pigiama e ciabatte dicendomi che ero matta. Ma quello che mi ha dato fastidio sono state due frasi: ma ti rendi conto che figlio che hai la prima e io conosco il tuo ex, la seconda. Quella volta sono rientrata in casa per evitare problemi”.

Pubblicità

Poi? “Posso fare una domanda?”

Certo: “Per grazia di Dio ho un figlio normalissimo, ma se non lo fosse stato l’avrei potuta accusare di razzismo nei confronti di un diversamente abile ?”

Arriviamo alla scorsa settimana. “Josephine specialmente d’inverno non abita stabilmente nella mansarda, infatti era la prima volta che l’incontravo da dicembre. Ero in garage a riordinare, si alza il basculante e la vedo arrivare. Le sono andata incontro chiedendo cosa voleva dire con quelle frasi. Mi ha risposto che lei faceva e diceva quello che voleva ed ha iniziato a muovere le braccia in aria. In mano aveva il cellulare ed ho avuto paura che mi volesse colpire, sono riuscita a strapparglielo e ci siamo rincorse su per le scale”.

Fino al pianerottolo del terzo piano?

“Si. Lei aveva lasciato la porta aperta e le ho gettato dentro il cellulare, lei è uscita con un bastone in mano e mi ha aggredito”.

C’erano dei testimoni? “E’ uscita la sua dirimpettaia richiamata dai rumori che ha visto tutto. Ci siamo picchiate, io ho un occhio nero e tutte due siamo andate al pronto Soccorso, dopo che lei aveva chiamato I Carabinieri”.

E adesso? “C’è un regolamento condominiale approvato da tutti i proprietari, se Josephine non vuole osservare può cambiare casa, ma non certo fare quello vuole”.

Si può mediare la lite ? “E’ stata solo una lite condominiale degenerata e non accetto di essere tacciata di razzismo. Per me se entrambe ritiriamo le querele, finisce qua”.

Pubblicità

Pubblicità