Politica
Il flop delle primarie del PD in Trentino: cambiare tutto per non cambiare nulla
Tre milioni e duecentomila euro è la cifra minima che è entrata nelle casse del partito grazie alle auto votazioni del PD di domenica scorsa.
Se è vero che in tanti avranno versato più dei 2 euro minimo, è anche vero che c’è stato chi ha votato fino ad undici volte cambiando solo il seggio e da più di un’urna sono usciti più voti dei votanti.
Non solo, oltre ai pochi militanti rimasti risulta ormai confermato che hanno votato anche minorenni extracomunitari e clandestini.
Insomma, la solita patacca del PD, che grazie al megafono della stampa amica caduta in disgrazia dopo la vittoria della lega, trasforma abilmente un gigantesco flop in una sonante vittoria.
Ma in fondo chissenefrega, erano auto votazioni del tutto libere ed incontrollate e va bene anche così.
Solo che invece di assegnare il giusto valore, il milione e 600 mila elettori ha innescato gran parte della carta stampata al servizio di tutto quanto è di sinistra per gridare al mega risultato elettorale e ad un già avvenuto rilancio del PD in chiave governativa.
Dopo i risultati qualcuno ha persino azzardato nuove alleanze in vista di una prossima caduta del governo di centro destra.
Ognuno è libero di sognare, ma nel gioco al rilancio è caduta anche la stampa trentina.
Allora andiamo ad analizzare il voto, con alcune osservazioni che nessuno ha fatto.
Partiamo dai votanti. Esattamente gli stessi che cinque anni e qualche mese fa, votarono Olivi nel ballottaggio perso con Rossi che di fatto segnò l’inizio della fine del PD Trentino.
E’ un successo straordinario?
Per la stampa ed ovviamente per il PD si, ma analizzando obiettivamente il dato c’è ben poco da essere soddisfatti.
Ma poi se andiamo a vedere i candidati qualcosa non torna.
Da una parte il giovane candidato Alessandro Dal Ri espressione di quella ricca borghesia che ha trasformato la collina di Trento nel feudo della sinistra e che è anche l’ultima roccaforte rimasta.
Dall’altra Lucia Maestri, origini politiche nella sinistra extraparlamentare e poi una vita di militanza: vince per 364 voti in più di Dal Ri e si porta in dote 34 delegati contro 30.
Ovviamente nonostante l’età e le origini politiche deve rappresentare il nuovo, la voglia di rinnovamento e cose simili che ovviamente rilanceranno la sinistra in Trentino.
Le prime mosse? Beh non c’è che dire: idee inedite.
Riallacciare i rapporti col Patt, ovvero con Ugo Rossi che è anche un nome nuovo della politica trentina e con Futura.
E per le new entry? Un debuttante della politica, un nome assolutamente sconosciuto, il classico coniglio estratto a sorpresa dal cilindro: Lorenzo Dellai.
Allora caro PD trentino, evviva il Gattopardo, hai davvero cambiato tutto per non cambiare nulla.
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