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Piana Rotaliana

La diffusione della cristianizzazione in Trentino: a Mezzolombardo Renata Salvarani spiega com’è avvenuto

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Giovedì sera nella sala Spaur di Mezzolombardo un ospite d’eccezione:  la professoressa Renata Salvarani.

Laureata in lettere moderne all’Università di Padova, insegna Storia del cristianesimo e delle chiese all’Università Europea di Roma.

Il tema della serata è la presenza degli ordini cavallereschi in Trentino fra vie di pellegrinaggio e istituzioni ecclesiastiche locali.




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La professoressa ha esordito spiegando come il Trentino sia sempre stata una regione molto ostica alla diffusione del cristianesimo. La causa deriva dalla conformazione del territorio, la cui presenza di valli particolarmente isolate ha stabilito negli abitanti credenze secolari molto difficili da sradicare.

Il processo di cristianizzazione inizia nel II secolo con il gran lavoro della Diocesi di Trento.

Seppur con molta lentezza, San Vigilio e poi San Zeno danno un’impronta al cristianesimo, organizzando la diffusione in modo da formare comunità che durino nel tempo.

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Stabiliscono nella città di Trento il fulcro della religione  cristiana (cattedrale, battistero) da cui partire per l’irraggiamento delle valli.

La professoressa pone un quesito molto interessante a cui però nessuno dei presenti sa rispondere. Anche se il progetto della Diocesi di Trento appare sulla carta molto semplice, quand’è che si può parlare di un’avvenuta cristianizzazione del territorio?

È una domanda molto difficile, ma gli studiosi sono concordi sul fatto che si parla di piena cristianizzazione quando il vangelo è penetrato talmente a fondo da indurre le persone ad un determinato comportamento. Nelle impervie valli trentine questo processo di penetrazione è durato fino al IX secolo.

L’impronta della Diocesi non si limita solo al contesto urbano, ma espande la sua influenza su tutto il territorio attraverso le pievi.

Venivano poste fra un insediamento e l’altro, a circa mezza giornata di cammino. Lo scopo era un fatto puramente ideologico: durante il lungo cammino le persone avrebbero dovuto pensare solo a raggiungere la meta, e secondo la Diocesi avrebbero così interiorizzato il sentimento religioso.

Oltre alla Diocesi di Trento, protagonisti della diffusione del cristianesimo sono gli ordini monastici cavallereschi. Sono delle creazioni istituzionali, innescatesi fortemente nel luogo dove sono stati messi a presidiare.

La Diocesi di Trento ha la sua centralità nel vescovo, dal quale si sviluppano reti su tutto il territorio. Una prima rete era quella dei catecumeni (ordine battesimale), che diventeranno nel tempo una delle comunità molto forti.

Una seconda rete è quella delle pievi (sparse sul territorio in maniera capillare), mentre più in basso sorgono alcune associazioni ospitaliere che permettono di dare ospitalità a poveri e lebbrosi. Fra queste associazioni nascerà l’Ordine religioso dei Cavalieri Ospitalieri.

La costruzione di strutture dedite all’ospitalità dei più bisognosi è fiorente a partire dal XIII secolo, quando la via del Brennero diventa assai più trafficata.

Questo è il secolo in cui cominciano a fiorire le città, e le destinazioni diventano i più importanti centri della Pianura Padana, Venezia e soprattutto Roma.  Aumenta il numero delle persone che attraversa il passo del Brennero, aumentando cosi il numero dei dispersi, degli ammalati e dei morti.

Nasce la necessità di andare incontro a questi poveri bisognosi sviluppando strutture, che diventeranno con il tempo gli ospedali.

 Con la Via del Brennero sempre più trafficata e la costruzione di infrastrutture, i paesi del fondovalle prevalgono rispetto alle realtà montane.

Trento si sviluppa in maniera considerevole, e i vescovi (Federico Vanga su tutti) ne approfittano per rafforzarsi. Iniziano una serie di alleanze con l’Ordine dei Teutonici.

Quest’ultimi sono un ordine militare di monaci, che si impegnano nella difesa dei cristiani e nella conversione forzata delle altre popolazioni. Originari dell’Europa orientale, furono protagonisti  di opere di disboscamento e insediamento forzato sotto l’influsso del cristianesimo.

La conversione obbligata provoca nella metà del ‘200 un’immigrazione di massa delle popolazioni orientali che si riversa a fiumi verso la penisola italica.

L’Ordine Teutonico riesce a stabilirsi anche in Italia (lungo l’Appenino e in Puglia), e nonostante lo stesso modus operandi, vengono chiamati dalla Diocesi di Trento a stringere delle alleanze.

Si stabiliscono nel 1260 nella provincia di Bolzano  (in particolare a Bolzano, Silandro, Vipiteno e sull’altopiano del Renon), e in un paio di decenni riescono a prendere possesso di tutti i centri più importanti del tracciato del Brennero.

Perché i vescovi permettono tutto ciò? Non è frutto della sprovvedutezza, ma semplicemente si erano resi conto di essere meno potenti, e stavano lasciando il posto alle altre reti che provenivano dal basso. Iniziano così una serie di alleanze, legate anche attraverso matrimoni combinati con il nuovo Ordine Teutonico.

Nonostante l’argomento sia veramente molto vasto, la dottoressa si è limitata ad alcuni cenni generali, lasciando agli ascoltatori gli spunti giusti per documentarsi.

La spiegazione molto chiara e precisa è stata lodata con molti applausi, e soprattutto ha acceso gli animi patriottici delle persone presenti attraverso una vasta serie di domande.

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