La Sfera e lo Spillo
Pazza Inter Amala: 111 volte
Non si può narrare la storia dell’Inter senza citare Peppino Prisco, stimato avvocato e grande tifoso nerazzurro, uomo abile, dotato di brillante satira:
“E’ la formazione ideale di tutti i tempi: Zenga, Burgnich, Facchetti, Guarneri, Picchi, Bedin, Frione, Matthaeus, Mazzola, Suarez e Corso. Non ho incluso Meazza, il più grande di tutti, e Ronaldo perché li considero fuori concorso. Una gioia per gli occhi.”
L’Internazionale Football Club nasce il 9 marzo del 1908. Il primo consiglio direttivo della nuova società è organizzato al ristorante L’Orologio nella città meneghina.
Lo storico locale, dalle origini controverse, si troverebbe in Piazza Duomo al numero civico 22, secondo la cartografia custodita in Comune e dagli studi di Susanna Wermelinger.
Un manipolo di dissidenti, una costola del Milan in rotta di collisione per le scelte sportive e commerciali dei rossoneri, determina l’insanabile rottura.
Il gruppo d’imprenditori italiani e svizzeri (quarantatré soci) fonda il secondo club milanese.
In quella serata quasi primaverile, nel covo di artisti e letterati, i disobbedienti celebrano il battesimo del club, creando la leggenda, scrivendone lo statuto, concordando collegialmente la ragione e i colori sociali.
“Hanno scelto per noi i colori del cielo e della notte” parafrasando Giacinto Facchetti e lo sfondo d’oro delle stelle.
Giorgio Muggiani è il principale ideatore, nonché socio fondatore dei colori nerazzurri, dello stemma e della filosofia societaria primordiale, legata e ispirata ai principi di fratellanza sportiva.
E’ di fatto, un sodalizio Internazionale, fratelli del mondo. Si aprono le porte a tutti i giocatori, indipendentemente dalla razza, etnia o paese di provenienza.
Nel loro palmares, i “Bauscia” annoverano 18 scudetti, 7 Coppe Italia, 5 Super Coppe italiane, 3 Coppe dei Campioni/Champions League, 3 Coppe UEFA, 2 Coppe Intercontinentali, 1 Coppa del mondo per Club.
Le gesta nerazzurre sono legate indissolubilmente al tecnico, “il mago” Helenio Herrera, e al patron Angelo Moratti, oltre che alle bandiere sul green: Sandro Mazzola e il compianto capitano Giacinto Facchetti.
Il periodo della Grande Inter è senza dubbio il simbolo sportivo della città nel mondo, un vessillo maestoso del calcio italiano.
Il figlio di Angelo Moratti, Massimo, riporta sul tetto del mondo l’Inter con la vittoria del “triplete” del 2010 (Tricolore, Coppa nazionale e Champions League).
Giuseppe Meazza, detto “Peppin” nel dialetto milanese, è l’icona, considerato dai critici il più grande giocatore italiano di tutti i tempi.
E’ l’emblema nerazzurro e dal 1928 al 1940 con la denominata Ambrosiana Inter così chiamata per volere del regime fascista, colleziona 315 presenze, segnando 227 reti.
Il Tempio del Calcio, lo stadio dei milanesi, è intitolato, nel 1980, in memoria di Giuseppe Meazza.
“E’ la formazione ideale di tutti i tempi: Zenga, Burgnich, Facchetti, Guarneri, Picchi, Bedin, Frione, Matthaeus, Mazzola, Suarez e Corso. Non ho incluso Meazza, il più grande di tutti, e Ronaldo perché li considero fuori concorso. Una gioia per gli occhi.”
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Emanuele Perego www.emanueleperego.it www.perego1963.it
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