Io la penso così
«Friday for Future» a Trento – di Paolo Farinati
Il cambiamento del clima sulla Terra è un problema gravissimo e ormai riconosciuto dalla grande maggioranza dell’umanità.
Da parecchi anni è al centro degli studi scientifici e, seppur ancora timidamente, della politica mondiale.
In questi ultimi mesi, anche grazie alla decisa attività di una giovanissima ragazza svedese, Greta Thunberg di soli sedici anni, il tema ha interessato milioni di giovani e giovanissimi di tantissime Nazioni.
Quest’ultimo venerdì 15 marzo, in molte città di tutto il mondo vi sono state manifestazioni e sfilate, con cui proprio i più giovani hanno voluto far capire l’importanza vitale di un pianeta più sano e meno inquinato per il loro futuro.
Vi sono stati ovunque cortei molto partecipati, molto pacifici e molto determinati nel volere che la politica mondiale si occupi finalmente in maniera responsabile e efficace della salvaguardia dell’ambiente.
Le origini e le cause del mutamento del clima terrestre sono certamente lontane, ci portano alla rivoluzione industriale avvenuta, specie in Europa e nel Nord America, tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento.
L’uso del carbone, del petrolio e dei suoi derivati ha indiscutibilmente alterato l’atmosfera della Terra, provocandone nei decenni seguenti e fino ai nostri giorni il suo surriscaldamento.
Oggi il nostro pianeta ha superato ampiamente i sette miliardi di abitanti e la produzione industriale è ormai pressoché ovunque.
Certamente molti correttivi sono stati introdotti, sia nella produzione di beni che nell’uso di carburanti nella mobilità e nel riscaldamento delle nostre case. Pensiamo che solo pochi decenni fa i camion e le caldaie delle case funzionavano a nafta. Oggi le più grandi case automobilistiche hanno pronte le automobile elettriche o ibride, gli stessi automezzi pesanti avranno motori ibridi e tra qualche anno totalmente elettrici.
Basta leggere i programmi industriali di Toyota, Renault, Nissan, FCA, Mercedes, ma pure di Scania, Volvo, Iveco e altre case produttrici. L’energia elettrica e il riscaldamento saranno sempre più dipendenti da fonti non inquinanti e rinnovabili, come l’idroelettrica, la solare, l’eolica, la geotermica e altre.
Oggigiorno, comunque, il tutto si dimostra ancora insufficiente per migliorare il clima del nostro pianeta, per mantenere le temperature nei vari continenti più moderate e per evitare così lo scioglimento dei preziosi ghiacciai.
Anche a Trento, venerdì scorso, in migliaia i nostri giovani hanno manifestato per il loro futuro sulla Terra.
E’ stata per loro un’esperienza molto interessante e molto coinvolgente. Saranno sempre più determinati nel salvaguardare il nostro meraviglioso ambiente. Sono un dovere morale e una responsabilità civica di cui si sentono fortemente investiti. «Noi tra 50 anni ci saremo, voi no ! E’ inutile conquistare la Luna ma perdere la Terra».
Hanno gridato più volte in maniera decisa ma composta. Il tempo non ci permette altri ritardi. Non staranno più zitti, ne va della qualità e della sicurezza della loro vita futura. Vanno ascoltati.
Paolo Farinati
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