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Trento

I soliti capricci del piccolo Bruno

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Quando il piccolo Bruno, e stiamo parlando del centro sociale di Piedicastello, si mette a fare i capricci, i suoi genitori affidatari cosa dovrebbero fare?

Optare per il vecchio metodo della sculacciata o in alternativa la ciabatta come facevano le nonne d’altri tempi?

Oppure scegliere un metodo più moderno fatto di un lungo dialogo che dovrebbe essere convincente.




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Nella scelta bisogna considerare che il piccolo Bruno è un bimbetto ormai cresciutello alquanto viziato.

Anni fa prese un giocattolo e per non restituirlo più fece un patto: avrebbe disturbato il meno possibile, se lo lasciavano fare quello che voleva.

Così il piccolo Bruno ha potuto giocare a fare il piazzaiolo, il cuoco, l’organizzatore di eventi, l’insegnante, il consulente, il soldatino pardon questo no perché il piccolo Bruno è pacifista, ma a fare il rivoluzionario, questo si che gli è piaciuto molto.

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Adesso però il piccolo Bruno deve restituire quello che non è suo, ma che la prima famiglia affidataria gli aveva dato in comodato d’uso gratuito, tanto per dare una facciata di regolarità alla cosa.

A settembre dello scorso anno, gli ha mandato una bella letterina dove gli si diceva che otto mesi dopo avrebbe dovuto restituire il gioco.

Nel frattempo i genitori affidatari (affidatari perché il piccolo Bruno ha tanti zii e zie, ma nessuno lo vuole ed allora è necessario trovargli qualcuno di esterno) sono cambiati e con i nuovi, i rapporti non sono proprio dei migliori.

Ma il piccolo Bruno in questi mesi ha fatto qualcosa?

Assolutamente no, ma a poco più da un mese dalla restituzione del giocattolo, comincia a fare i capricci: urla, punta i piedi, va in strada a fare casino.

Perché lui il giochino lo mollerebbe anche, se però ne ricevesse un altro in regalo ovviamente più bello, col quale continuare a divertirsi.

Troppo figo continuare a fare quello che si vuole senza nessun controllo, anche se con i nuovi genitori affidatari non è disposto a firmare lo stesso patto; infatti è già da qualche settimana che il piccolo Bruno si è messo a creare problemi.

Troppo figo far vedere, con la complicità dei media compiacenti, che all’interno del piccolo Bruno ci sono laboratori di sartoria, e chissà quali progetti che pagano i Trentini.

Insomma, tutto smile e cuoricini, tutto bello, si ,ma gratis e pagato dai contribuenti trentini.

Troppo figo dimenticare i danni che il piccolo Bruno ha causato alla comunità trentina, e stiamo parlando di milioni di euro.

Però oggi il piccolo Bruno è cresciuto e sarebbe già grande abbastanza per cominciare a lavorare.

Potrebbe iniziare a fare da solo pagandosi un affitto, lavorare per guadagnare, pagare le tasse: ma il piccolo Bruno ha già detto che non ne vuole assolutamente sapere e che anzi il suo giocattolo se qualcuno lo vuole, se lo deve andare a prendere.

Per questo forse è meglio adottare il metodo educativo della nonna.

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