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Trento

Emilio Giuliana critico con Fratelli d’Italia: «Felice solo per l’elezione di Sergio Berlato»

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Il partito di Giorgia Meloni aumenta i consensi ed entra nel parlamento Europeo.

In Trentino Fratelli d’Italia prende un piccolo respiro, dopo anni di terribili batoste, sconfitte, e sofferenze, dove si è temuto anche per la sua estinzione.

Elezioni europee che hanno visto l’ottima prova di Francesca Gerosa, alla sua prima esperienza con il partito della Meloni, e che hanno portato all’elezione nella circoscrizione del nord est del «campione» dei cacciatori Sergio Berlato, vicentino e il primo dei non eletti nella lista di Fratelli d’Italia ma a cui la leader Giorgia Meloni gli lascerà certamente il seggio.




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Nel Nord-Est sono 19.448 le preferenze di Sergio Berlato, che ha bruciato una delle fuoriuscite di Forza Italia, la padovana Elisabetta Gardini ferma a 14.640 voti.

In Trentino Sergio Berlato è stato sostenuto da Emilio Giuliana,  politico tenace, caparbio, e a volte scomodo.

Giuliana si contraddistingue per la coerenza e per aver combattuto battaglie controverse,  uno di quelli insomma che divide a 360°, ma di certo un uomo che è rimasto da sempre fedele alla vecchia Destra sociale in Trentino.

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Studioso di geo politica da moltissimi anni, aveva predetto in parte, alla fine del secolo scorso, quel che sarebbe stata la nostra società a causa della globalizzazione.

E proprio dopo la vittoria di Sergio Berlato siamo andati a trovarlo ponendogli alcune domande alle quali ha risposto come sempre senza peli sulla lingua. 

Signor Giuliana in occasione delle elezioni europee lei con l’associazione che rappresenta localmente -Progetto Nazionale- avete sostenuto il partito Fratelli d’Italia?

«Non sono legato a nessun partito politico, anche se Fratelli d’Italia è tra quei partiti che idealmente più rappresenta le mie, le nostre istanze politiche e idee, ma in questo caso abbiamo sostenuto Fratelli d’Italia perché hanno candidato degli amici, nello specifico Berlato, Mariotti, Stella».

In Trentino il vostro contributo si è rivelato importante per il successo di Berlato, però le indicazioni al voto dei rappresentanti locali di Fratelli d’Italia erano diverse rispetto alle vostre, perché?

«Siamo soddisfatti per aver contribuito al successo di Berlato; per l’ennesima disfatta altrui non ho nulla da dire, mi sento di poter esternare una costatazione, ci sono uomini che vivono per la politica, per vocazione, altri che vivono grazie alla politica per interesse personale».

Con la vittoria di Berlato e la performance sottotono dei candidati locali di Fratelli d’Italia, crede che nel partito ci saranno dei cambiamenti?

«Ribadisco che non faccio parte di Fratelli d’Italia, dunque non mi occupo e non mi interesso di cose altrui e soprattutto non mi toccano e riguardano».

Tra lei e i rappresentanti locali di Fratelli d’Italia, si potrà mai ipotizzare un percorso comune?

«Potrò risultare arrogante, presuntuoso, ma credo convintamente che tra aristocratici e plebei vi sia una profonda diversità spirituale, e visto che abbraccio ogni sfumatura della visione del mondo tradizionale, l’idea verticale sociale e spirituale non la baratto con il nulla orizzontale sociale materialista, eventualmente il presupposto necessariamente non può prescindere così come bene ha spiegato qualche migliaio di anni fa -ma eternamente attuale- Menenio Agrippa».

Tra poco un anno si rinnoverà il consiglio comunale di Trento, cosa farà?

«Trento necessita di politica con la P maiuscola, di conseguenza di politici all’altezza».

Dunque?

«Troppi improvvisati con manie di protagonismo, oltre ad una buona dose di cinismo economico – la politica come fonte di guadagno-!»

Dunque?

«Sono nelle mani di Dio, questo basta».

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