La Lega ha raggiunto con la Procura l’accordo di rateizzazione per la restituzione dei 49 milioni di euro indebitamente incassati, come stabilito la sentenza sulla truffa dei rimborsi elettorali dal 2008 al 2010. Una notizia che, come riportato da Repubblica.it, stride con quanto affermato dal suo segretario, oggi Ministro dell’Interno, Matteo Salvini quando nel 2004 fu la Lazio a trovarsi ad operare una transazione con il fisco.




Si legge su Repubblica.it: “A quei tempi Matteo Salvini, allora europarlamentare della Lega Nord, era dall’altra parte della barricata. Letteralmente. E guidava la protesta davanti alla sede della Lega calcio, in via Rosellini. Ecco cosa raccontava l’agenzia Ansa quel giorno: Al grido di ”Lazio fallita, Padania salvata”, l’europarlamentare leghista Matteo Salvini ha spiegato che ”i cittadini del Nord sono contrari a qualsiasi ipotesi di decreto spalmadebiti per le società di calcio, e anche a quelle norme che hanno consentito alla Lazio di Lotito di dilazionare i suoi debiti con il fisco”. “Le norme fiscali che prevedono sconti o dilazioni nei confronti del fisco – ha spiegato Salvini – vanno cancellate. Cancellate per tutti a prescindere dal calcio. Al piccolo imprenditore – ha aggiunto Salvini – i debiti fiscali non li toglie nessuno”. La delegazione dei militanti leghisti, una decina di persone, ha esposto davanti al portone della Lega un lungo striscione con la scritta: ”Il calcio paghi tutti i suoi debiti, nessuno sconto ai signori del pallone”.




Questo nel 2005. Tredici anni prima delle attuali disavventure del Carroccio nelle aule giudiziarie. Il primo a ricordare il caso è Alessio Pascucci, sindaco di Cerveteri e coordinatore nazionale di Italia in Comune, lo schieramento di sindaci di cui fa parte anche Federico Pizzarotti. “Il segretario della Lega tira un sospiro di sollievo per l’accordo raggiunto con la procura di Genova che sequestrerà centomila euro a bimestre per ottant’anni ma, come spesso gli capita, dimentica gli attacchi pesanti sferrati alla Lazio e al presidente Claudio Lotito quando, nel lontano 2005 questi sottoscrisse con l’Agenzia delle Entrate la dilazione del debito della società di calcio“.

Il debito della Lazio era il triplo di quello della Lega e l’accordo raggiunto col Fisco prevedeva rate corpose da saldare in 23 anni. La soluzione raggiunta dalla Lega prevede invece una dilazione in 80 anni. “Come a dire – chiosa Pascucci – che il vero motto di Salvini è prima i leghisti, poi gli italiani“.




Sempre ai microfoni di Repubblica, il Presidente biancazzurro ha detto la sua sulla questione: “C’è una bella differenza tra me e la Lega di Salvini. Io pago il debito fatto da altri e verso ogni anno 6 milioni di euro. Sempre in anticipo. Salvini protestava? Questo è un problema di coerenza suo, io il favore lo feci alla collettività. Potevo aspettare il fallimento della Lazio, prenderla per due lire e lasciare i creditori a secco, Stato compreso. Lo feci per salvare la storia della Lazio e per dare un segnale alla collettività. Ripeto: c’è una differenza con il Carroccio. Io pago un rimborso che non dipendeva da me, loro non so. Ma non voglio esprimere giudizi, davvero“.






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