Recensione : “L’Eternauta” di H. Oesterheld, F. S. López e A. Breccia

El Eternauta prima della serie Netflix: fantascienza, politica e cultura -  N3rdcore

TRAMA:

Una notte di un giorno imprecisato della seconda metà del XX secolo un uomo si materializza improvvisamente a casa di uno scrittore di fumetti di Buenos Aires: si chiama Khruner, ossia “il vagabondo dell’infinito” e spiega di essere “l’eternauta”, un pellegrino dei secoli che vaga alla ricerca della sua epoca e del suo mondo. Khruner inizia quindi a raccontare allo scrittore la propria storia.

A seguito di una “nevicata” di origine aliena viene decimata la popolazione di Buenos Aires. I sopravvissuti si organizzano con tute e respiratori per sopravvivere. I militari organizzano la difesa contro gli invasori alieni raggruppando i sopravvissuti nello stadio monumentale della città. Dopo vari attacchi da parte di insetti-robot telecomandati e di un’astronave aliena, prende avvio una guerra di logoramento psicologico dove gli assediati nello stadio incominciano ad avere allucinazioni provocate da una nuvola bianca artificiale…

RECENSIONE:

Ricordo ancora quando da ragazzino leggevo Lanciostory, una rivista che pubblicava fumetti a puntate, e tra le varie storie ero incappato in un episodio de “L’Eternauta”. Ero rimasto folgorato dal tratto ruvido del disegno, dai dettagli espressivi dei personaggi e dalla narrazione fitta e coinvolgente. Qualche anno dopo, con i primi soldi e alla ormai dimenticata fiera del fumetto al Quark Hotel, avevo recuperato l’opera completa.

Precursore dei tempi e ammantato da quella patina di poesia che caratterizzava le narrazioni nel passato, “L’Eternauta” è un’opera del 1957 che ha superato brillantemente lo scorrere dei decenni.

Prima di proseguire è giusto che sappiate una cosa molto importante. “L’Eternauta” è un’opera che ha avuto due stesure e, sebbene entrambe le versioni siano molto simili, quella del 1969 ha una grafica più accattivante e una forte componente di denuncia politica e societaria.

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Forte di un realismo ormai dimenticato, “L’Eternauta” ha come protagonisti dei normali esseri umani. Persone comuni, che vengono investite dell’Apocalisse e che non sanno come affrontarla, che tentano di sopravvivere in un mondo invaso da cadaveri. La neve velenosa cade incessantemente, è quasi accecante da tanto è bianca e il silenzio delle tavole è opprimente.

Le emozioni sono il fulcro centrale della prima metà dell’opera. Emergono dalle tavole con prepotenza, condizionano i rapporti tra i pochi sopravvissuti e spingono gli esseri umani a toccare il fondo del loro animo. Non c’è violenza ma non c’è nemmeno pietà. La piccola borghesia si arrabbia, si sbriciola e si trasforma in singolarità aggressive.

L'Eternauta, tra fantascienza e realismo - Fumettologica

La società umana è caduta, e con essa anche le convenzioni sociali che conosciamo. L’umanità ha la possibilità di ricominciare, di creare qualcosa di nuovo, ma i vecchi vizi non muoiono mai e la presa di potere con le armi è l’unica soluzione che emerge dalla neve tossica.

Ma allora, se siamo costretti a rivivere gli stessi errori del passato, che senso ha continuare a lottare?

La risposta la troviamo nei personaggi. In Salvo, disposto a diventare un vagabondo del tempo pur di salvare i suoi cari. In Favalli o in Mosca, uno scienziato e un giornalista, che nonostante l’orrore si aggrappano disperatamente al lavoro per non impazzire. E negli alieni, tanto diversi da noi eppure così tanto simili da mettere i brividi.

“L’Eternauta” è un lungo viaggio nella normalità, tra persone comuni spinte verso il baratro. E’ un libro per immagini, suggestivo e potente, che trasporta le paure di Oesterheld all’estremo e fa emergere i problemi di un’Argentina costantemente minacciata dall’ombra della violenza armata.

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Consiglio vivamente di leggerlo, di spendere qualche minuto del vostro tempo tra i fiocchi di neve e i silenzi del tempo.

A presto.

Delos

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