«Dal fascismo anche cose buone»: bufera sull'assessore regionale Lara Magoni

«Dal fascismo anche cose buone»: bufera sull'assessore regionale Lara Magoni
È polemica in Lombardia per il post, poi rimosso dai social network, da più parti ritenuto nostalgico del neo assessore regionale al Turismo, moda e marketing territoriale lombardo Lara Magoni, ex campionessa di sci, che su Facebook in occasione del Primo Maggio ha parlato delle tutele sul lavoro come di un provvedimento «buono» del fascismo.



«Rinnegare ciò che di buono è stato fatto è un grande errore, visto che le leggi che tutelano i lavoratori nascono proprio tutte dal fascismo», ha scritto Magoni sul social network, pubblicando, a corredo del suo pensiero, un'immagine del telegramma del primo maggio 1937 firmato da Benito Mussolini e indirizzato al prefetto di Torino, in cui il Duce ordinava di comunicare al «senatore Agnelli» che nei nuovi stabilimenti Fiat ci fossero «comodi e decorosi refettori per gli operai» perché «l'uomo non è una macchina adibita ad un'altra macchina».

 


«Tutti condanniamo l'eccidio per il quale c'è da vergognarsi ma ora basta combattere i fantasmi... dopo settant'anni... Visto e considerato che questi benefit piacciono a tutti» è il commento dell'ex sciatrice, eletta alle ultime elezioni regionali con Fratelli d'Italia. «Scempiaggini antistoriche e intollerabili» secondo il consigliere regionale e segretario milanese del Pd Pietro Bussolati, che chiede «provvedimenti seri contro chi inneggia a ideologie sconfitte dalla storia». Di dichiarazioni «totalmente inappropriate» e «incommentabili» parla anche il sindaco di Milano Beppe Sala, chiamando in causa il Presidente della Regione Attilio Fontana.

«Sarà lui che dovrà capire cosa fare. Sono già un paio gli assessori della sua giunta che parlano in totale libertà» ha ricordato Sala, riferendosi alla recente proposta di premiare i Comuni che si rifiutano di accogliere i migranti lanciata dall'altro assessore regionale in quota FdI, Riccardo De Corato. Mentre il Movimento 5 Stelle, con Dario Violi, chiede a Magoni e Fontana di «scusarsi con i lombardi». Ma per il governatore Attilio Fontana quelle dell'assessore «sono espressioni e valutazioni del tutto personali che non coinvolgono in nessun modo la giunta». «Posso dire che dopo la venuta su questa terra di Voltaire si devono rispettare le opinioni delle persone - aggiunge il presidente leghista - al di là del fatto che si sia d'accordo o meno». E Magoni insiste: «Nel post non esprimo assolutamente nessun vanto a nulla ma semplicemente seguo la storia. Sorrido davanti a queste polemiche sterili» è la sua conclusione.

"Il mio post è stato tolto dalla Community di FB" scrive l'ex sciatrice, aggiungendo alla frase le icone di un cuore e del tricolore. Tra i commenti, Magoni ha tenuto a ringraziare diversi utenti a lei solidali dopo la cancellazione del post da parte di Facebook e gli attacchi politici ricevuti per il suo pensiero, da più parti ritenuto 'nostalgico'.
Oggi a sua difesa si è schierato Ignazio La Russa.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 4 Maggio 2018, 21:19
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