Pietro Bartolo, il medico dei migranti di Lampedusa: «Un nuovo Olocausto, non sono più orgoglioso di essere italiano»
di Simone Pierini
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«Per oltre 25 anni non abbiamo mai messo un filo spinato o un muro. E in questo abbiamo fatto la storia e siamo diventati veramente campioni del mondo. Ma da circa un anno abbiamo alzato due muri: uno in Libia con gli accordi di governo e un altro monumentale quello della paura e dell'odio che ci ha fatto alzare un muro peggiore del muro di cemento o di filo spinato. Questo - sottolinea - mi dispiace perché l'Italia non è questa. L'Italia è un popolo accogliente che ha vissuto la migrazione sulla propria pelle. Spero di tornare a dire al più presto di essere orgoglioso di essere italiano».
«Spesso vengono raccontate tante menzogne. La gente non sa qual'è veramente la realtà. Giro l'Italia facendo vedere video e foto della realtà di Lampedusa e dei migranti. Quindici giorni fa attraverso un'evacuazione medica da una nave militare che aveva recuperato 120 persone hanno portato qua a Lampedusa alcuni migranti che avevano bisogno di cure. Erano veramente in condizioni disastrose quello che stava meglio pesava 30 chili. Altro che Auschwitz - denuncia Bartolo - Queste persone non vengono dalla luna ma dalla Libia. I corpi dei migranti parlano da soli. Ultimamente abbiamo avuto un calo drastico degli sbarchi. Questo non ci fa piacere perché purtroppo sappiamo in che condizioni e in quali lager vengono tenuti. Qualcuno addirittura mi ha raccontato che è stato costretto a seppellire i propri morti».
«La storia purtroppo si ripete. È veramente un nuovo olocausto. Ci hanno fatto credere che era in atto un'invasione. Ci hanno riempito di bugie e la gente ha risposto in modo sbagliato. Ma il popolo italiano - conclude - non è cattivo, è solo cattivamente informato».
Ultimo aggiornamento: Martedì 10 Luglio 2018, 19:54
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