Palazzo Marino si trincera

Simona Romanò
A Palazzo Marino sono arrivati i metal detector portatili: cresce la sorveglianza nella casa dei milanesi in piazza Scala dove da ieri tutti i visitatori sono controllati dai vigili che piantonano il palazzo. È partita così la sperimentazione della nuova procedura per poter entrare in Comune: le borse saranno aperte all'occorrenza e tutti i visitatori, esclusi quelli accreditati, dovranno essere registrati, consegnando un documento di identità e ricevendo il pass Ospite. È il piano predisposto dai vigili su richiesta del sindaco Giuseppe Sala dopo il blitz di CasaPound, lo scorso 29 giugno scorso, nell'aula del consiglio comunale: una ventina di militanti erano riusciti ad entrare nello spazio riservato al pubblico da dove con saluti romani e striscioni avevano chiesto le dimissioni del primo cittadino. Poi, era esploso il caos, fra urla e fischi. E mentre all'interno andava in scena la protesta dell'estrema destra, all'esterno alcune decine di esponenti di Nessuno è illegale manifestavano a favore dell'accoglienza ai migranti. Quando le due fazioni si erano incrociate erano volati spintoni e calci, che hanno costretto la polizia in tenuta antisommossa ad intervenire per sedare i tafferugli. Da allora si era aperta una polemica rovente sulla gestione dell'ordine pubblico in Comune e al questore era stato chiesto di affrontare la questione. Come hanno fatto le teste rasate a raggiungere l'aula? Le transenne mobili posizionate lo scorso settembre in piazza Scala per incanalare le persone non erano servite. Lo stesso Sala aveva ammesso che «c'era un problema di maggior protezione». Risolto da ieri con i metal detector. Per l'amministrazione «è emersa l'esigenza di rafforzare le procedure di controllo». Una sorveglianza comunque soft, senza i tornelli installati al Pirellone, ai quali erano contrari gli stessi esponenti della maggioranza che non volevano blindare Palazzo Marino.

Ultimo aggiornamento: Martedì 12 Dicembre 2017, 05:01
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