Sumaya alla cultura ora il sindaco frena

Simona Romanò
È esploso un caso Sumaya a Palazzo Marino. E il sindaco Giuseppe Sala frena sulla candidatura a presidente della commissione Cultura della consigliera del Pd di religione musulmana, Sumaya Abdel Qadar, la prima a portare il velo in consiglio comunale. «Per la nomina serve un confronto in maggioranza», ha dichiarato ieri il primo cittadino, schiacciato dalle polemiche che arrivano da più fronti, dal centrodestra, in primis, trainato dalla Lega, ma anche da un'ala della sua stessa maggioranza. Ha poi invitato a «frenare un attimo con le prese di posizione e coinvolgere tutte le forze politiche in un dibattito»: E ancora: «La commissione Cultura è molto delicata e suscita interesse. Occorre quindi arrivare a una soluzione condivisa». Il capogruppo del Pd Filippo Barberis vuole chiarire: «Sumaya, in quanto attuale vicepresidente della commissione, è la candidata in naturale continuità, oltre al giudizio molto positivo sul suo lavoro. Tuttavia, se verranno avanzate altre proposte, ben venga un sereno confronto».
La nomina, quindi, non è cosa fatta. Però non si placa la diatriba. Il commento più duro è quello del leghista Massimiliano Bastoni che ha ribadito: «Inaccettabile che la Giunta Sala sacrifichi la nostra cultura e le nostre tradizioni per avvantaggiare l'Islam». Era prevedibile che la candidatura di Sumaya fosse contestata dalla destra, ma anche l'esponente della lista civica legata al sindaco Enrico Marcora si mostra perplesso: «Non è messa in discussione Sumaya, ma servono candidature meno divisorie». E rilancia il nome del Alberto Veronesi, il direttore d'orchestra figlio del famoso oncologo Umberto che presto siederà in consiglio. Fonti vicino a Sumaya dicono che è «dispiaciuta di tanto clamore e rammaricata per i duri attacchi».
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 28 Giugno 2018, 05:01
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