Alessandra Severini
Matteo Renzi assicura di non volersi ricandidare alla guida

Alessandra Severini
Matteo Renzi assicura di non volersi ricandidare alla guida del Pd, ma nel partito la tensione rimane altissima. La sconfitta brucia ancora e - se i dem sembrano compatti nel rifiutare l'alleanza con il M5S - su tutto il resto non c'è altro che scontro. Ai capi corrente che hanno criticato le scelte del segretario ha risposto, con un durissimo post su Facebook, Luca Lotti, uno dei fedelissimi di Matteo Renzi: «Se vogliamo aprire un dibattito interno ha scritto - facciamolo. Perché sentire pontificare di risultati elettorali persone che non hanno mai vinto un'elezione in vita propria, sta diventando imbarazzante». Per i sostenitori del ministro Orlando il post di Lotti è «il segno di quanto sono in difficoltà i renziani». In questo clima si avvicina la direzione di lunedì prossimo, a cui Renzi potrebbe non partecipare. Il vice segretario Maurizio Martina, che terrà la relazione, potrebbe essere indicato come reggente per la fase di transizione, ma anche su questo ancora non c'è accordo.
Annusato il clima, il presidente Mattarella, celebrando la Festa delle donne al Quirinale, ha lanciato un richiamo a tutte le forze politiche: «Bisogna tutti avere senso di responsabilità e pensare al bene generale dei cittadini».
Il banco di prova si avrà con l'elezione dei presidenti delle Camere che deve avvenire entro il 24 marzo. La strada che appare più probabile è quella di un'intesa di massima sulle presidenze fra il centrodestra e il M5s: alla coalizione di destra andrebbe la presidenza del Senato (in pole i nomi di Paolo Romani e Roberto Calderoli) mentre ai 5S spetterebbe la guida dalla Camera per la quale il nome più accreditato è quello di Roberto Fico. Se invece ci fosse un patto fra centrodestra e dem al Senato potrebbe finire Luigi Zanda mentre la Camera andrebbe al centrodestra.
Berlusconi è stato l'unico finora ad aprire ad un governo di larghe intese invitando «tutti alla collaborazione per consentire all'Italia di uscire dallo stallo». Del resto per il Cav il ritorno alle urne o, ancor peggio, un governo M5S-Pd sono scenari da evitare a tutti i costi. Il sostegno di Berlusconi a un governo di larghe o larghissime intese indispettisce però Matteo Salvini, che non intende siglare «accordi programmatici con Pd o 5 Stelle».
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 9 Marzo 2018, 05:01
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