Bombe su Tripoli, 300 morti nella guerra tra Haftar e Serraj

Continua la guerra in Libia, che ha mietuto sinora 300 vittime, facendo strage di donne e bambini (sarebbero 90 i bimbi deceduti e 100 le donne). Oltre 40mila gli sfollati. Nelle ultime ore infatti le forze di Khalifa Haftar hanno bombardato dal cielo un sobborgo di Tripoli, a un passo dal cuore della capitale, causando la morte di almeno 11 persone. Tripoli lo ha accusato di aver usato «aerei stranieri», mentre Fayez al Sarraj ha chiesto alla Procura militare l'arresto del maresciallo e di altre 63 persone coinvolte nell'offensiva contro la capitale e il governo riconosciuto dall'Onu. Il ministro dell'Interno Fathi Bashaga, incontrando a Tunisi l'omologo Hisham al Furati, ha alzato il tiro: «Haftar tenta di ripetere in miniatura le gesta di Hitler», è solo l'ultimo esempio di «minaccia alla regione». «Il Maghreb arabo è in pericolo, a meno che i suoi Paesi non si uniscano contro la dittatura, Tripoli è solo l'inizio», ha ammonito Bashaga. In questo quadro in cui i combattimenti non accennano a fermarsi, la compagnia petrolifera Noc ha lanciato l'allarme e chiesto «l'immediata cessazione delle ostilità» che «mettono in serio rischio le nostre attività, la produzione e l'economia nazionale. La Noc - ha affermato il presidente Mustafa Sanalla - è fortemente preoccupata per la minaccia alle infrastrutture energetiche» e anche per la militarizzazione di alcuni impianti e terminal, facendo in particolare riferimento a Es Sider e Ras Lanuf, sotto il controllo delle forze di Haftar.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Aprile 2019, 05:01
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