Guerra a Gaza per l'ambasciata

Domenico Zurlo
Almeno 55 morti e diverse centinaia di feriti: 2410, secondo un bilancio provvisorio. Tra le vittime anche 6 minori, secondo quanto denuncia Amnesty International. Guerriglia a Gaza tra palestinesi e soldati israeliani in occasione dell'apertura dell'ambasciata Usa a Gerusalemme: alle pietre e alle molotov lanciate dai decine di migliaia di dimostranti radunatisi già dalla mattina lungo la frontiera tra i due Paesi, i militari hanno risposto aprendo il fuoco. Bombardate con gli aerei anche alcune postazioni di Hamas dalle quali erano partite degli spari.
Gli scontri non si sono limitati all'area di Gaza, ma anche a Betlemme e Hebron, in Cisgiordania: è stato il giorno col maggior numero di vittime nel territorio dalla guerra del 2014, coinciso con la controversa inaugurazione dell'ambasciata voluta da rump. Evento al quale gli States erano rappresentati proprio dalla figlia di Trump, Ivanka, presente insieme al marito Jared Kushner, e che il presidente americano ha salutato con entusiasmo (Un grande giorno per Israele, ha twittato): sentimento ben corrisposto dal premier israeliano Netanyahu, che ha ringraziato «l'amico Donald per il coraggio dimostrato nel mantenere la sua promessa. Continueremo ad agire fermamente per proteggere la nostra sovranità e i nostri cittadini», ha aggiunto Netanyahu commentando gli scontri. La stessa Casa Bianca ha difeso la scelta israeliana, accusando Hamas di zprovocare intenzionalmente». Ma le reazioni non si sono fatte attendere ed è stata una condanna globale (dall'Onu ad Unione Europea, Francia e Russia) zParticolarmente preoccupato» si è detto il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Gutierres, mentre il presidente francese Macron, nel condannare le violenze, ha annunciato di voler «parlare con tutti».
La decisione di spostare l'ambasciata americana - e di fatto, moralmente, la Capitale di Israele - da Tel Aviv a Gerusalemme ha diviso, se ce ne fosse bisogno, ancor di più gli abitanti fin dal suo annuncio, sei mesi fa. «Un insulto al mondo e ai palestinesi», l'ha definita il presidente palestinese Abu Mazen, che ha parlato di avamposto americano e annunciato uno sciopero generale e tre giorni di lutto.
Ora la parola passa alle diplomazie, soprattutto occidentali, sperando anche che le violenze si attenuino.
riproduzione riservata ®

Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Maggio 2018, 05:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA