Simona Santanocita
Cinema e teatro trovano la loro fascinosa congiunzione nella

Simona Santanocita
Cinema e teatro trovano la loro fascinosa congiunzione nella trasposizione di Barry Lyndon del regista Giancarlo Sepe. Tratto dal romanzo di William Makepeace Thackeray e ispirato al capolavoro omonimo di Stanley Kubrick, è uno spettacolo che guarda ai valori della vita ponendoli in risalto attraverso l'amoralità e il fallimento di un uomo guidato dalle sue ambizioni. Una favola nera, che si snoda al contrario.
Sepe, chi è Barry Lyndon?
«È un outsider, un millantatore, un bugiardo che tenta di ottenere un rango sociale».
Ma si aggiunge al titolo un sottotitolo: Il creatore di sogni.
«Sì, perché Barry si propone sempre delle mete da raggiungere. È innamorato della cugina Nora, ma per coronare il suo sentimento deve diventare ricco, così si butta nel gioco d'azzardo. In fondo è proprio un sognatore».
Com'è nata l'idea di questo spettacolo?
«A ispirarmi è stato soprattutto il film di Stanley Kubrick. Non conoscevo il romanzo, che ho letto in seguito».
Quando si è innamorato del teatro?
«Immediatamente. A 5 anni giocavo con i burattini, a 16 mi esibivo con gli amici di scuola, e a 21 ho intrapreso la mia attività teatrale, che oggi ha raggiunto i 52 anni».
La sua famiglia l'ha sostenuta?
«È stata fondamentale. Una madre, un padre e dei fratelli che chiunque vorrebbe avere. Ho avuto la loro complicità e il loro sostegno sia morale che economico: sono stato molto fortunato».
A cosa vorrebbe dedicare più tempo?
«Alla lettura. I libri si accumulano nella biblioteca e sono sempre di più quelli che non ho letto».
Quali sono i suoi altri interessi?
«Il cinema, un elemento formativo importantissimo. Sono un collezionista di Dvd, ho una collezione di oltre 8.500 titoli».
Se potesse tornare indietro nel tempo che consiglio darebbe a se stesso giovane?
«Nessuno. Sono soddisfatto di quanto ho fatto finora, e vorrei poter fare sempre di più».
Quali saranno i suoi prossimi spettacoli?
«Con Massimo Ranieri, per Il Gabbiano di Anton Cechov, e Germania anni 20, la società tedesca prima del nazismo aperta ed evoluta, con musica, cinema e personaggi dell'epoca».
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Ottobre 2018, 05:01
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